Uno spettacolo multisensoriale, senza esagerazione alcuna. Recarsi in visita presso i Feudi di San Gregorio rappresenta ormai un’esperienza capace di coniugare vino, cultura, architettura, natura, estetica e grande cucina, dato che all’interno dell’azienda il ristorante Marennà gode di una stella Michelin da una decina d’anni. Quando tutto partì, alla metà degli anni Ottanta sotto l’egida di Enzo Ercolino, frutti propositivi se n’erano colti: ma la svolta totalizzante vedrà protagonista l’attuale gestione di Antonio Capaldo, imprenditore lungimirante, a cui presta mente e braccia Pierpaolo Sirch (che oltre ad essere il sapiente viticoltore che è, da qualche tempo riveste anche il ruolo di amministratore delegato). Volendo pur prescindere dal comprensorio del Taurasi, Feudi è articolata fra molteplici costole enoiche di alto livello, che muovono dal Cilento alla Basilicata, fino a Bolgheri, Friuli, Puglia o Etna. Un gran bailamme, apparentemente: in realtà un progetto articolatissimo seguito passo passo, con solidi riferimenti ai territori d’appartenenza salvo divagazioni eterodosse sempre azzeccate, come quella storica del Merlot per la produzione del Patrimo. Fra gli esempi più emblematici il Pietracalda, un fiano luminoso, fresco e sapido: intrigante per i suoi ricordi di cera d’api, cedro, frutta secca, fiori bianchi e macchia mediterranea, dal sorso coinvolgente.
(Fabio Turchetti)
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