In ogni areale produttivo che si rispetti e che ambisca a segnare significativamente la storia del vino, esiste sempre una cantina che riesce a sintetizzare la trazione produttiva con il tempo che passa, senza però fare alcun passo indietro. Sono quelle realtà che riescono a proiettare i propri vini al di là dello spazio soggettivo della critica, positiva o negativa che sia, collocandoli invece in quella ristretta quanto fondamentale dimensione oggettiva, che possiamo definire “classica”. In Valpolicella, secondo noi, questa missione e questo traguardo lo ha raggiunto l’azienda di via Cerè a Negrar, che porta fieramente ancora il nome del proprio fondatore: Giuseppe Quintarelli. Benché l’attività enologica della famiglia Quintarelli si registri fin dagli inizi del secolo XX, è Giuseppe Quintarelli, che negli anni Cinquanta, dà l’impronta decisiva a questa realtà. Oggi sono i nipoti di Giuseppe, Francesco e Lorenzo con la madre Fiorenza, a condurre i 10 ettari a vigneto per una produzione di 60.000 bottiglie, attraversando una storia in cui, a metà degli anni Ottanta, i vini a marchio Quintarelli, hanno saputo eccellere anche confrontandosi con i vitigni internazionali, con l’Alzero a rappresentare un modello, ancora insuperato. Il Valpolicella Classico Superiore 2014 profuma di frutti rossi in confettura, erbe officiali e tocchi di grafite e pietra focaia. Succoso e agile il sorso, dal finale balsamico e fruttato.
(are)
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