Ha un nome che fa sorridere e un’anima che spiazza. È il Baratuciat 2022 di Hic et Nunc, una varietà rara, antica, dalle origini valsusine, che nel Monferrato ha trovato la sua seconda vita. Nella cantina di Vignale Monferrato ha anche una nuova vocazione: quella di orange wine. «È il vino più internazionale che abbiamo» dice Massimo Rosolen, fondatore della cantina. Si chiama Felem, felino, perché tradizionalmente si dice che gli acini del Baratuciat ricordino ciò che il gatto lascia dietro di sé. Hic et Nunc lo interpreta con otto mesi di macerazione sulle bucce in acciaio, zero compromessi e un solo ettaro di vigna. Un vino che rompe gli schemi, non convenzionale. Un Baratuciat con le spalle larghe, struttura, e una tenacia che sorprende a ogni sorso. È la conferma che il Monferrato non è solo Barbera e Grignolino, ma anche laboratorio di ricerca, sperimentazione e identità. Del resto, è questa la filosofia di Hic et Nunc, il Qui e Ora, cantato da Orazio. Qui, nella tenuta di 100 ettari che si sviluppa tra boschi, campi e colline vitate, Rosolen ha avviato un progetto visionario ma radicato nella terra: solo uve autoctone, solo vigneti monovarietali, vinificazioni pulite e rispettose, e dal 2024, anche la certificazione biologica. Oggi lo affianca il suo braccio destro, Emanuela Musabelliu. Amano abbinare il loro Baratuciat con la carne, come un rosso, ma è ottimo anche con la cucina etnica o cinese.
(Fiammetta Mussio)
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