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GLOBALIZZAZIONE

Il 2023 sarà l’Anno del Cibo: va ripensato il modo in cui viene prodotto, distribuito e consumato

La World Organization for International Relations: ogni anno si spreca un terzo di quello mondiale, mentre 2,3 miliardi di persone soffrono la fame
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Nel mondo sussistono gravi disparità nella produzione e consumo alimentare (ph: Pexels)

Ogni anno si spreca il 36% del cibo prodotto a livello globale per il consumo umano: nei Paesi più industrializzati, come l’Italia, si tratta per il 78% di alimenti gettati via dai consumatori e per il 22% di scarti del processo di produzione e di trasporto. Dall’altro lato, 2,3 miliardi persone vanno a letto ogni giorno a stomaco vuoto. Per questo, la World Organization for International Relations, organizzazione fondata nel 1978 allo scopo di preservare la pace e l’armonia nel mondo, lancia l’allarme e proclama il 2023 l’Anno del Cibo, affermando la necessità improrogabile di cambiamenti radicali nel modo in cui le società producono e consumano. É assolutamente necessario focalizzare l’attenzione dei governi e dell’opinione pubblica su una tematica così importante per la sopravvivenza dell’intero pianeta.
“Si tratta di una questione etica, ma lo sperpero di cibo porta anche ad un ingente danno economico e ad un irreparabile danno ambientale, che innesca un effetto domino capace di produrre carestie ed eventi climatici estremi” sottolinea Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, presidente e segretario generale Woir. A livello globale, lo spreco alimentare è infatti responsabile di 5 miliardi di tonnellate di gas serra emessi in atmosfera e di un consumo di acqua pari a circa 200 miliardi di metri cubi. “Nonostante l’aumento della popolazione mondiale, l’umanità ha fatto grandi progressi nella riduzione della fame. Ma ancora oggi si contano ben 828 milioni di uomini, donne e bambini che soffrono di grave denutrizione in ben 55 Paesi” continua Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte.
I dati sono emersi dal rapporto congiunto di Fao, Ifad, Unicef, Wfp e Who (“The State of Food Security and Nutrition in the World”, 2022), che mettono in evidenza anche un divario di genere: nel mondo a soffrire di insicurezza alimentare moderata o grave è il 31,9% delle donne, rispetto al 27,6% degli uomini. “Insomma, nonostante gli sforzi, 2,3 miliardi di persone vanno a letto quasi sempre a stomaco vuoto (insicurezza alimentare moderata o grave) e tra loro ben 150 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare acuta” sottolinea il presidente e segretario generale della Woir. La divisioen italiana della Woir, basandosi sui dati della Commissione Europea, ha poi calcolato lo spreco in Europa. Il primato negativo, purtroppo, spetta proprio all’Italia, con 272 milioni di tonnellate di cibo buttato negli ultimi 20 anni.

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