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LAVORO

Il 27 gennaio è il primo “click day” per i lavoratori stranieri. Lo ricorda la Coldiretti

Provvedimento che riguarda 70.000 lavoratori, soprattutto in agricoltura. Il 1 febbraio tocca ai lavoratori stagionali. Ma resta l’incognita vaccini
AGRICOLTURA, Coldiretti, STRANIERI, Non Solo Vino
Il 27 gennaio è il primo “click day” per i lavoratori stranieri. Lo ricorda la Coldiretti

Scatta il primo click day per l’ingresso di lavoratori stranieri che riguarderà il 27 gennaio 2022 l’assunzione di lavoratori non stagionali e lavoratori autonomi mentre martedì 1 febbraio 2022 l’assunzione di lavoratori stagionali. Lo ricorda la Coldiretti, nel sottolineare che il Decreto Flussi 2022 riguarda complessivamente quasi 70.000 lavoratori stranieri che in una buona parte sarà impegnata in agricoltura. “La possibilità di ingresso è importante - sottolinea la Coldiretti - per salvare i raccolti e garantire con la ripresa dei contagi Covid l’approvvigionamento alimentare in un settore che resta ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri nonostante la crescita di interesse tra gli italiani. Con la piena ripresa delle attività agricole è facile prevedere l’accentuarsi della mancanza di lavoratori necessari nelle campagne in un momento in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di incertezza, accaparramenti e speculazioni che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali come l’energia e il cibo”.
In questo contesto l’apertura delle frontiere agli stranieri rischia però di essere vanificata dal fatto che molti braccianti provenienti da Paesi extracomunitari non possono lavorare in quanto sono vaccinati con il siero russo Sputnik o con quello cinese Sinovac, che non sono riconosciuti in Italia ed in Europa. “Un limite che va superato - ribadisce Coldiretti - anche considerando il fatto che un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. Ma per salvare le produzioni made in Italy occorre anche dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter essere impiegati nei campi attraverso una radicale semplificazione del lavoro agricolo. Un provvedimento che interesserebbe almeno 25.000 italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà”.

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