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IL TERRITORIO DEL “SAGRANTINO”: MONTEFALCO E BEVAGNA


MONTEFALCO
Il colle di Montefalco è il più elevato (473 metri slm) di un sistema collinare posto ai margini occidentali della valle compresa tra Assisi e Spoleto. Il belvedere naturale tra i più singolari della regione, ha valso alla cittadina l’appellativo di “ringhiera dell’Umbria”, da cui si ammirano i centri di Perugia, Spello, Trevi, Foligno, Bevagna, Gualdo Cattaneo, le cime degli Appennini e dei Monti Martani. La collocazione strategica ha conferito a Montefalco nel corso dei secoli, un ruolo decisivo per la difesa e il controllo del territorio della Valle Umbra Sud. Insediamento organizzato già in epoca romana, fu sede di numerose ville gentilizie come quelle del patrizio Marco Curione dal quale, secondo la tradizione, deriverebbe “Coccorone”, antico nome del luogo. Il suo nome attuale, le venne attribuito nel 1249-50, dopo il soggiorno dell’imperatore svevo Federico II, grande appassionato di caccia al falcone: Porta Federico II, ha conservato fino ad oggi anche lo stemma imperiale. Montefalco si presenta come un abitato fortificato da una doppia cinta di mura su cui si aprono cinque porte d’accesso: oltre alla già citata Porta Federico II, Porta Sant’Agostino, con merli ghibellini, Porta Camiano, Porta della Rocca e Porta San Leonardo. Le porte, i tortuosi vicoli e le antiche chiese, rimandano ad un’atmosfera sospesa nei secoli, all’opera delle gloriose magistrature comunali e degli ordini religiosi, promotori di sviluppo sociale ed economico e di un’intensa attività artistica. Città natale dell’agostiniana Santa Chiara da Montefalco, figura significativa del misticismo medievale umbro e del pittore quattrocentesco Francesco Melanzio, Montefalco ha ospitato artisti importanti che hanno lasciato testimonianze in numerosi luoghi di città. Da visitare: Museo di San Francesco: completa sintesi della storia, della cultura e della tradizione di Montefalco è il Museo di San Francesco che conserva gli affreschi delle Storie di San Francesco e di San Girolamo di Benozzo Gozzoli (1452), la Natività del Perugino, opere di Melanzio, dipinti di scuola umbra dal ‘300 al ‘700, la raccolta di Arte Minore e quella Archeologica. Piazza del Comune: sull’antica piazza circolare si affacciano il Palazzo del Comune (sec. XV), l’ex Chiesa di San Filippo Neri (sec. XVIII), oggi teatro, e significativi esempi di residenze signorili del XV secolo.

BEVAGNA
Nelle “Historiae” di Tacito si narra dell’imperatore Vitellio che, accampatosi con le proprie truppe, ebbe allora due presagi funesti che lo convinsero ad abbandonare Mevania, nome romano di Bevagna, che dell’antica prosperità conserva ancora pochi resti di un teatro, di un tempio e di un edificio termale con mosaici marini (I secolo d.C.). Il borgo, racchiuso nelle mura antiche, offre una visione quasi intatta di un Medioevo che non sembra qui mai essere terminato, come dimostra la mirabile Piazza Silvestri, cinta dalle romaniche chiese di San Silvestro (1195) e di San Michele (XII secolo), accomunate dalla seducente bellezza dei loro portali; e dal gotico Palazzo dei Consoli (XIII secolo). La Chiesa di San Francesco (XIII secolo) colpisce per il binomio, quasi contraddittorio, di semplicità e asimmetria della facciata. La curiosità: la terza decade di giugno si tiene il Mercato delle Gaite, che è una competizione tra gli artigiani dei quartieri che rievocano mestieri e prodotti millenari: in questa occasione il paese si trasforma, gli abitanti si vestono degli antichi costumi medievali e si cimentano nelle faccende di un tempo: la filatura, la cardatura, la lavorazione del legno, della paglia e della carta. Tutto questo lungo le strade di Bevagna, nelle botteghe artigiane e nelle piazze.


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