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IL VINO D’AUTORE CHE NON VA IN BOTTIGLIA VIVE SU “SECOND LIFE”. NEL MONDO VIRTUALE PER ECCELLENZA, CHE SPOPOLA SUL WEB, L’“ALTRO” SAGRANTINO, CHE SARÀ BIANCO E FRUTTO DI SPERIMENTAZIONE DELLA GRIFFE CAPRAI, CHE HA SEGNATO LA RINASCITA DELLO VITIGNO

Arnaldo Caprai
Marco Caprai va su Second Life con il Sagrantino Bianco

Nella realtà non esiste ma sta per prendere vita e metter radici su “Second Life”, il mondo virtuale per eccellenza del web, già abitato da 4 milioni e mezzo di “residenti”: stiamo parlando del Sagrantino bianco, la nuova impresa a cui sta lavorando Marco Caprai, l’imprenditore a cui va il merito di aver già segnato la rinascita del famoso vitigno umbro a bacca rossa e che adesso si sta cimentando in una nuova quanto inedita idea.

Il Sagrantino bianco, che fino ad oggi non esisteva in natura, è al centro di una ricerca nei vigneti della Arnaldo Caprai, ma prima di prendere corpo nella vita reale approderà nello spazio parallelo di “Second Life”, in modo da simulare e anticipare il possibile sviluppo del vitigno e raccogliere preziose informazioni sulle reazioni del pubblico, anche se virtuale, alla novità. Una sorta di prova generale che rappresenta anche un nuovo modo di fare marketing e comunicazione nel mondo del vino: la Caprai è la prima azienda al mondo a metter su vigna e cantina nel “virtuale” di “Second Life”.

La cantina umbra si avvarrà della collaborazione della professoressa Raffaella Albanese, docente della Cattedra di Sociologia delle Emozioni nella Link Campus University of Malta di Roma, che avvierà un progetto di ricerca, congiunto con la Caprai, sotto un profilo emozionale/imprenditoriale, al fine di esaltare le abilità e le qualità intrinseche del giovane imprenditore che voglia cimentarsi in questa esperienza, tutelandone l’aspetto emozionale e, quindi, evitando le false illusioni del mondo virtuale.

“Nella vita reale - spiega Marco Caprai - ci vorranno molti anni prima di sviluppare del tutto il Sagrantino bianco a livello aziendale. Su internet avremo invece la possibilità di anticipare i tempi, raccogliere informazioni, impressioni ed esperienze del pubblico in merito. E’ un investimento sul futuro, un nuovo modo per noi di fare marketing che accellera la possibilità che un domani il Sagrantino bianco possa entrare a far parte dei nostri prodotti”.

Le ricerche vere e proprie sul Sagrantino bianco sono in corso, e già a Vinitaly (Verona, dal 29 marzo al 2 aprile) sarà possibile assaggiare i primi risultati. Non si tratta di un semplice clone, ma di un vero e proprio nuovo “individuo” in possesso dello stesso dna del Sagrantino come oggi lo conosciamo, con l’unica fondamentale differenza di avere gli acini bianchi. “Oggi - spiega ancora Marco Caprai - comincia un capitolo tutto nuovo per la storia del Sagrantino. Dopo 18 anni di ricerche, portate avanti da un team di dieci agronomi guidati dal professor Leonardo Valenti dell’Università di Milano, finalmente siamo riusciti ad ottenere un vitigno che, pur non esistendo in natura, era latente nei caratteri genetici del Sagrantino fino ad oggi conosciuto”. Questa novità assoluta è stata ottenuta con uno dei metodi per il miglioramento genetico della vite più comunemente e più a lungo usati per costituire nuove varietà, l’autofecondazione, che consente di ottenere linee pure di uno stesso vitigno. Pur comprendendo l’intervento dell’uomo, non ha nulla a che fare con la genetica molecolare e il transfer di geni.

Questo lavoro ha, dunque, permesso di svelare tutti i caratteri genetici del Sagrantino, sia quelli dominanti che quelli recessivi, fra cui anche gli acini bianchi. L’esperimento rientra nel lungo lavoro svolto da Caprai per sviscerare tutte le qualità del Sagrantino, dalla sua variabilità genetica a tutte le possibili caratteristiche insite nella varietà, sia per operare la selezione dei cloni migliori, ma anche per scoprire l’origine genetica di questo vitigno, con implicazioni non solo immediatamente produttive ma anche di più larga portata.

L’antico vitigno Sagrantino, dopo l’ottenimento nel 1992 della Docg, sta conquistando i palati più raffinati ed è ormai entrato a far parte della ristretta cerchia dei top wine più richiesti nei migliori ristoranti ed enoteche di tutto il mondo. Le guide più autorevoli consacrano da anni il Sagrantino di Montefalco Caprai tra i migliori vini italiani, ed è proprio per merito del Sagrantino che la cittadina di Montefalco, ricchissima di opere d’arte è stata “lanciata” nel circuito del turismo internazionale.

L’azienda Arnaldo Caprai che, insieme ad altri grandi marchi del made in Italy è entrata a far parte di Symbola, la Fondazione per le Qualità Italiane, collabora dal 1990 con l’Università di Milano per la selezione clonale del Sagrantino: tra i suoi progetti più innovativi quello denominato “Alle origini del Sagrantino”, che punta a scoprire nell’area caucasica, culla della vite europea, un vitigno “fratello” del Sagrantino. Se infatti venisse ritrovato un vitigno simile, il Sagrantino diventerebbe il nome di un processo, di una tradizione vitivinicola legata al territorio, all’opera dei frati, alla cultura di Montefalco: sarebbe così come un marchio di fabbrica, un logo di un prodotto tutelabile internazionalmente con le leggi dei marchi registrati. La Arnaldo Caprai ha realizzato, nel 2006, un fatturato di 5,8 milioni di euro, con 650 mila bottiglie prodotte, di cui il 30% destinato all\'export. Gli ettari vitati sono 150 di cui 35 destinati alle attività sperimentali.

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