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LA COOPERAZIONE CORRE DI PIÙ: IN 6 ANNI FATTURATO E VALORE AGGIUNTO A +20%. E NEL 2012 L’INCREMENTO ANNO SU ANNO È STATO DEL 10%, CONTRO IL 6,6% DELLE AZIENDE NON COOPERATIVE. EMERGE NELL’“ASSEMBLEA VINO” DI FEDAGRI-CONFCOOPERATIVE

“Negli ultimi sei anni il fatturato e il valore aggiunto delle cooperative vitivinicole di Fedagri-Confcooperative sono cresciuti del 20%. Se si prende in considerazione solo l’ultimo anno, nel 2012 l’incremento è stato del 10%, superando di gran lunga quello delle imprese non cooperative (+6,6%)”. Lo rileva un’analisi di Nomisma Wine Monitor sui bilanci delle cooperative vitivinicole associate a Fedagri-Confcooperative, nell’assemblea nazionale del “settore vino”, che riunisce 400 cooperative vitivinicole, 137.000 soci viticoltori, 5.650 addetti, 18 milioni di ettolitri mediamente prodotti ed un valore della produzione di oltre 2,5 miliardi di euro, di scena a Bevagna (Perugia).
“Se migliaia di produttori vinicoli italiani di piccolissima dimensione sono riusciti a rimanere sul mercato - ha dichiarato il Presidente del Settore Vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative Adriano Orsi - lo devono proprio alla cooperazione, in particolare a quella cooperazione che nel corso degli ultimi anni ha saputo internazionalizzarsi, cogliendo quelle opportunità importanti che soltanto imprese strutturate ed organizzate sono in grado di sfruttare”.
“Per avere margini di competitività è ormai divenuto indispensabile conquistare i mercati lontani”, ha spiegato il vice direttore Confcooperative, Fabiola Di Loreto. Gli ultimi dati sul consumo di vino in Italia confermano il trend negativo degli ultimi anni: negli ultimi sei mesi le vendite di vino nella gdo in Italia hanno subito un calo a volume del 7,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si compra meno vino anche ai ristoranti, che registrano i cali più rilevanti”.
Negli ultimi tre anni in Italia i volumi di vino esportati si equivalgono a quelli consumati internamente: nel 2001 l’export rappresentava poco più della metà delle quantità di vino consumate in Italia. Ma negli ultimi due anni la “forbice” tra vino venduto all’estero e vino consumato in Italia si è chiusa, con esportazioni che si attestano intorno a i 22,5 milioni di ettolitri, con quantitativi analoghi ai volumi venduti sul mercato interno.
“L’estrema frammentazione della struttura produttiva del sistema vitivinicolo italiano - ha spiegato il dg Cavit, Enrico Zanoni - ha comportato una sostanziale terziarizzazione della fase commerciale, gestita da operatori specializzati (agenti ed importatori) con forti competenze commerciali e conoscenze dei mercati. Eventuali sinergie commerciali tra imprese cooperative - ha concluso Zanoni - potrebbero portare ad un migliore controllo di filiera ed un possibile recupero di marginalità, ma avendo ben presente l’esistenza sul mercato di realtà distributive focalizzate e consolidate”.

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