Erano partiti da moscato e barbera: che comunque rimangono punti fermi imprenscindibili, nell’ambito della produzione aziendale. Ma da lì in avanti i fratelli Rivetti non si sono più fermati: muovendo prima fra diverse selezioni di Barolo e Barbaresco, per spiccare poi il volo verso la Toscana delle Terre di Pisa, la distribuzione negli Stati Uniti e la recente acquisizione della casa spumantistica Contratto, oltre all’avvio di un format di bar “à la page”, denominato Ape. Ovunque ci si affacci, comunque, riferirsi ai Rivetti significa confrontarsi con una filosofia enoica decisamente moderna: rese per ettaro contenute, maturazioni dilatate nei tempi, uso di piccoli legni nuovi e interventi in cantina dosatissimi. Ci sarebbe tanto da dire e da assaggiare, davanti alla loro gamma: con il Moscato d’Asti Bricco Quaglia, ad esempio, sempre ai vertici della categoria. Ma anche la batteria rossista è davvero imponente, per varietà e qualità, grazie ai risultati ottenuti dal Nebbiolo in millanta declinazioni, incluse le Riserve. Il Barbaresco Starderi, fra gli altri, è uno dei paradigmi organolettici aziendali: un timbro fruttato di buona concentrazione e succosità, dai toni balsamici, speziati, morbidi e di tabacco biondo, e un sorso possente ma di finezza e dettaglio inusitati. Con tannino deciso, a sostenere il percorso ma senza prevaricare, e un finale di nitida persistenza.
(Fabio Turchetti)
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