La coltivazione della vite in Trentino si estende su 117 dei 222 comuni della provincia e per 50 di essi costituisce l’attività principale, dando origine al 95% delle uve prodotte. La superficie a vigneto ammonta a 9.210 ettari, tutti in coltura principale, e copre il 40% della superficie utilizzata dalle coltivazioni legnose agrarie. Ben 7.479 ettari sono attualmente iscritti all’albo dei vigneti abilitati a produrre uve per vini a denominazione d’origine controllata e con tali valori il Trentino detiene, assieme all’Alto Adige, la più alta percentuale a livello nazionale di superficie a doc (71%).
Nell’ultimo ventennio il “vigneto Trentino” ha sensibilmente ridotto la sua superficie, in parte a favore della conversione frutticola ed in parte con l’abbandono della coltivazione nelle zone meno vocate. Negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, che aveva determinato la stasi del settore vitivinicolo locale, la produzione ha ripreso rapidamente a salire raggiungendo già verso gli anni Sessanta valori quantitativi molto vicini a quelli attuali. Dai 643.000 quintali d’uva della media relativa al quinquennio 1945-1949, la produzione è passata a 1.000.000 di quintali del 1960, per attestarsi sul 1.100.000 quintali degli anni Ottanta-Novanta. Tenuto conto delle alternanze produttive legate a fattori naturali, si può ritenere che la produzione trentina si sia ora stabilizzata sul 1.000.000 di quintali d’uva, da cui si ottengono di media 750.000 ettolitri di vino, l’1,2% circa della produzione nazionale.
Grazie al processo di riconversione attuato a partire dagli anni ’50, le varietà coltivate sono state ridotte ad una ventina: nell’ultimo periodo il settore è stato caratterizzato da una rapida espansione delle uve a frutto bianco: la loro presenza è passata, infatti, dal 39% del 1990 al 56% del 1999.
Alla produzione vinicola in Trentino sono interessate 12.200 aziende, ma solo 7.600 concorrono alla produzione commercializzata: in particolare, 6.500 di esse conferiscono a cantine sociali, 950 a cantine private e 150 vinificano direttamente. La produzione di uve viene trasformata per il 74% dalle cantine sociali, per il 19% dai commercianti-industriali e per il 7% dai produttori singoli.
Uno dei fiori all’occhiello del comparto vitivinicolo trentino è il segmento degli spumanti: la risorsa potenziale sulla quale questo settore può contare è una base produttiva di circa 2.400 ettari, coltivati a Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero. La produzione che ne deriva ammonta a circa 300.000 quintali d’uva, dei quali 150.000 circa destinati all’ottenimento di vino base spumante.
Il Trentino ha puntato decisamente allo sviluppo della produzione di pregiati spumanti sia perché può contare su una base d’alta qualità (vale a dire sulle uve Chardonnay e Pinot, le sole idonee alla spumantizzazione col metodo classico) e sia per la tradizione e l’esperienza maturata nella lavorazione. Un dato per tutti: il quantitativo di bottiglie commercializzate è passato da 1.160.000 del 1978 ai 6.500.000 del 1999.
Infine, una nota sulle aree di consumo dei prodotti trentini: il mercato dei vini interessa per il 45% l’area nazionale; per il 30% il Trentino Alto Adige e per il 25% il mercato estero (Germania, Inghilterra, Stati Uniti, in particolare).
Elaborazione su dati della Trentino Vini
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