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La Xylella fastidiosa, dopo aver messo in ginocchio l’olivicoltura pugliese, potrebbe rivelarsi una minaccia anche per la vite. A fare un po’ di chiarezza, a WineNews, il professore Leonardo Valenti, tra i massimi esperti di viticultura

La Xylella fastidiosa, dopo aver messo in ginocchio l’olivicoltura pugliese, potrebbe rivelarsi una minaccia insidiosa anche per la vite. L’allarmismo arriva da più parti, e la storia ci racconta dei danni subiti dalla viticoltura californiana a causa della malattia di Pierce, portata proprio dalla Xylella. Con la giusta conoscenza del microorganismo e con una corretta gestione del vigneto, però, i rischi possono essere ridotti al minimo, anche perché, non sarebbe certo la prima minaccia affrontata dai vignaioli del Belpaese. “I vigneti - spiega a WineNews il professore Leonardo Valenti, docente di Viticultura all’Università di Milano - la Xylella fastidiosa li ha già colpiti, in California, dove ha creato tanti problemi, portando la famosa malattia di Pierce. in Italia invece non abbiamo avuto nessun tipo di problema, ma la domanda se possa rivelarsi o meno un problema sorge spontanea, e la risposta è sempre legata a come si opera, che tipo di attività si fanno, come si gestiscono i vigneti. È un po’ come una malattia dell’uomo, se ci sono prevenzione, attenzione ed informazione rimane nell’ambito circoscritto della normalità. Se ne parla giustamente molto - continua Valenti - e fa scalpore che, come forma di difesa, la Francia abbia bloccato l’importazione di 102 specie vegetali dalla Puglia, ma è essenzialmente una forma di prevenzione eccessiva legata ad una mancanza di informazione”.

Ma cosa si deve fare, nel vigneto, per non farsi trovare impreparati? “In vigna - racconta il professor Valenti - il problema riguarda diversi aspetti: dalla gestione delle potature al tipo di lotta che si decide di fare agli insetti, perché la trasmissione avviene attraverso un insetto. La malattia di Pierce, in fin dei conti, c’è sempre stata, e come hanno risolto il problema in America lo possiamo risolvere noi, non è una malattia sconosciuta che ci pone di fronte a soluzioni inesplorate per tamponare la situazione. È logico che, come è successo qualche anno fa con la flavescenza dorata, che all’inizio colpiva solo i vitigni francesi e poi ce lo siamo trovati in Piemonte, dove ha colpito la Barbera, la situazione che si crea è di emergenza, ma si fa presto una volta fatto fronte alla minaccia, a riportarla alla normalità. L’allarmismo di queste settimane è tipico di situazioni che colgono alla sprovvista, anche se gli organi deputati alla prevenzione dovrebbero avere un approccio diverso, più responsabile e concreto, evitando che la situazione sfugga di mano, come successo invece in Puglia”.

Circoscrivere il problema alla Puglia, ovviamente, è limitante: si fa sempre riferimento a dove si registrano i primi casi di contagio, e a dove diventa deleteria la situazione, ma quando si riesce a razionalizzare si trovano soluzioni logiche, senza farsi prendere dalla “pancia”. In Puglia c’è un focolaio di Xylella, ma basta circoscriverlo e trovare i giusti rimedi per tornare alla normalità della vita agricola.

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