“Questo è il vigneto di famiglia, è il nostro giardino, infatti nostro padre durante la settimana dedica il suo tempo a tutti gli altri appezzamenti più grandi insieme ai nostri collaboratori, ma in questo qui si rilassa, e lo custodisce come un tesoro: non a caso abbiamo dedicato il Rive a nostro nonno Gerardo”. Questo appunto, fattoci generosamente avere, è un passaggio perfetto per descrivere il vino e l'attaccamento familiare alle fatiche e ai privilegi ereditati che si respira alle Colture. Il Gerardo ha un beva effettivamente rilassante: cremosissimo, innanzitutto (la presa di spuma è lunga 3 mesi al posto dei canonici 30 giorni); poi delicato nei profumi di sambuco, pera e mela e un tocco di basilico greco che si ritrova anche in bocca, leggermente amarognola, di scorza di limone. Fresco, lievemente dolce, lascia il palato pulito e dissetato, e un sottile strato salino sulle labbra. Quel vigneto a Rive di Santo Stefano ha in effetti tutte le carte in regola per trasformarsi in un vino tanto piacevole: scosceso (come solo le 43 Rive del Conegliano Valdobbiadene sanno essere), alto (400 metri s.l.m.), maturo (le piante raggiungono i 35-40 anni), roccioso, gode di brezza continua e buon irradiamento solare, verso sud. Un piccolo giardino, appunto, che fa parte dei 45 ettari vitati totali da cui la famiglia Ruggeri - oggi condotta per lo più dalla giovane terza generazione, Alberto, Veronica e Silvia - produce annualmente circa 750.000.
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