La cantina della famiglia Zamò ha prodotto negli anni Ottanta alcuni vini che hanno contribuito a decretare il successo dell’enologia friulana. La sua storia comincia nel 1978, quando Tullio Zamò acquistò il primo vigneto a Ipplis. Da allora i figli Pierluigi e Silvano hanno sviluppato l’azienda, affinato i vini e introdotto il marchio nei mercati internazionali. Oggi contano su 42 ettari a vigneto, per una produzione complessiva di 280.000 bottiglie e fanno parte delle aziende del Gruppo Fontanafredda di Oscar Farinetti, l’ideatore di Eataly. Un cambio di gestione che, peraltro, non ha modificato lo stile dei vini aziendali, capaci invece di consolidarsi e aumentare la propria già affermata qualità. I vigneti sono suddivisi in tre grandi tenute: la storica Vigna del Leon, dove sono allevate le vigne di Sauvignon, Malvasia e Pinot Bianco, i cinque ettari a Buttrio e il corpo più giovane e più consistente posto Rosazzo, attorno alla cantina. Se, come capita spesso a queste latitudini, il cuore produttivo è appannaggio soprattutto del fronte bianchista, la cantina realizza anche rossi di tutto rispetto come il Refosco, oggetto del nostro assaggio. La versione 2019 (fra le etichette ridisegnate dall'artista torinese Elisa Talentino per il progetto WEART) profuma di mora, marasca, viola e chiodi di garofano. In bocca il sorso è ben profilato, sapido e pieno, dallo sviluppo continuo e dal finale brioso.
(fp)
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