Felice Salamini, allevatore di bestiame, si innamora di un vecchio vigneto abbandonato nei colli piacentini nel 1988. Da lì, l’acquisizione progressiva di sessanta ettari - posti ad un’altezza media di 200 metri sul livello del mare su terreni di deposito fluviale argillosi-limosi e calcarei - dove impianta varietà solitamente non molto praticate in questo areale, patria di vini frizzantini e/o amabili. La filosofia produttiva aziendale, però, si dimostra solida ed efficace, giungendo ad un’attenzione in vigna rigorosa ed alimentata dalle pratiche biologiche e ad un numero complessivo di 250.000 bottiglie. La cantina, dal 2002 trasferitasi nel Castello di Momeliano in Val Luretta, prende il nome proprio dalla valle legata al torrente omonimo, affluente del Tidone. Da diversi anni con Felice c’è anche il figlio Lucio, che ha saputo aggiungere un tocco di modernità anche ai classici locali: dalla Malvasia alla Barbera, fino al Gutturnio. Oggetto del nostro assaggio è invece uno Chardonnay, il Sein Dl'Armari, prima uscita 1997, che nell’intenzione dei suoi artefici vuole riprendere lo stile dei bianchi borgognoni. Affinata in barrique per 9 mesi, la versione 2020 possiede aromi di frutti tropicali fragranti, tocchi di vaniglia e un lieve contributo speziato. In bocca, il sorso è generoso dalla netta timbrica sapida, che termina in un finale leggermente affilato su rimandi agrumati e speziati.
(fp)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024