Il Tignanello, “bordolese” toscano per eccellenza nacque nel 1971 nel cuore del Chianti ed è stato il primo Sangiovese ad essere affinato in barrique, tra i primi a non utilizzare uve bianche nel suo blend e il primo rosso moderno frutto di un assemblaggio comprendente anche varietà internazionali. E proprio quest’ultima variabile allora non contemplata e che oggi sarebbe considerata una scorciatoia - fu una trovata geniale. Il Tignanello 2020, Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc - vitigno aggiunto nell’uvaggio a partire dalla versione 1995 - possiede aromi intensamente fruttati con l’aggiunta di richiami al sottobosco, alla vaniglia, alla liquirizia, al tabacco e alla grafite. In bocca, il sorso è avvolgente e serrato, dallo sviluppo solido e continuo e dal finale ampio, ancora su toni speziati e boisé. La Tenuta Tignanello si trova sulle colline tra le valli della Greve e della Pesa e si estende per 319 ettari di terreni, con 130 ettari coltivati a vigneto. Sulla stessa collina, dal suolo calcareo ad alberese e galestro, si estendono i vigneti Tignanello e Solaia, da cui nascono le due celeberrime etichette aziendali. Oggi Antinori, uno dei brand di riferimento del made in Italy in bottiglia, è presieduta da Albiera Antinori, con il supporto delle sorelle Allegra e Alessia. Il padre, Piero Antinori, è presidente onorario, mentre Renzo Cotarella è enologo e amministratore delegato.
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