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SCENARI

Mercato bevande alcoliche 2025, giù le previsioni a causa della birra: stima per il vino a -2,4%

Dati Iwsr: per gli alcolici, in volume e su base annua, si passa da -0,2% a -0,4%, e, in valore, da -0,5% a -0,7%. Pesa il calo di Cina e Usa
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Mercato bevande alcoliche 2025, previsioni in calo a causa della birra

Non arrivano buone notizie per il mercato globale delle bevande alcoliche e, questa volta, il “colpevole” non è il vino ma la birra. Secondo l’Iwsr, leader mondiale nei dati e nelle informazioni sulle bevande alcoliche, che ha pubblicato l’aggiornamento di metà anno, nel 2025, il volume globale delle bevande alcoliche, dovrebbe diminuire ulteriormente rispetto a quanto preventivato in precedenza. Le previsioni, passano, in volume e su base annua, da -0,2% a -0,4%, e, in valore, da -0,5% a -0,7%.
In termini di categoria, l’Iwsr prevede ora che il volume globale della birra diminuirà, nel 2025, del -0,2%, quello degli alcolici del -1,3% e del vino del -2,4%, bevanda che sembra avere le “conseguenze” peggiori.
Diverso, invece, il discorso per i ready to drink (Rtd), che stanno riscontrando un discreto interesse, la cui previsione parla di crescita, nel 2025, del +1,3%.
Se non c’è da brindare al 2025 del comparto, anche nel futuro a breve termine gli scenari non sono dei migliori. Le stime di crescita per la categoria degli alcolici, per il 2026, secondo l’Iwsr rimangono, infatti, quelle di sei mesi fa: 0% tanto in valore che in volume.
Per Marten Lodewijks, ad e presidente Iwsr, le principali ragioni che frenano il consumo di birra sono fattori economici e decisioni politiche negli Stati Uniti e in Cina. La birra si lega, infatti, alle uscite e, quindi, ai consumi in bar e ristoranti, ma negli Stati Uniti, la tendenza attuale, è che si sta più spesso in casa a causa del costo della vita e le decisioni di acquisto cambiano, penalizzando, di riflesso, la birra. E poi c’è la birra messicana, che è uno storico “caposaldo” dei consumi in Usa, ma che è in netto calo a causa dell’incertezza politica ed economica che sta contagiando i consumatori ispanici.
In Cina, invece, sottolinea l’Iwsr, i consumi sono stati colpiti da una stretta governativa sui beni di lusso e dal divieto di consumare alcolici durante gli eventi pubblici. Una crescita economica più debole del previsto sta inoltre riducendo la spesa in bar e ristoranti oltre che per le bevande alcoliche in generale. Di conseguenza, le previsioni sui volumi di birra e brandy per la Cina sono state riviste al ribasso con le altre categorie che rimangano sostanzialmente invariate.
Dunque se per il vino, nel mercato delle bevande alcoliche, la situazione è complessa, tra i dazi che lo colpiscono, nuovi consumatori che faticano ad essere attratti, e venti salutistici che colpiscono, anche la birra, vive una fase di appannamento in mercati giganteschi e, quindi, in grado di cambiare i numeri, come quelli di Usa e Cina.

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