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MONTEFALCO BRINDA CON IL "SAGRANTINO" AL RESTAURO DEGLI AFFRESCHI DI BENOZZO GOZZOLI

Sedici metri quadrati di pittura riconquistati a devastanti restauri del passato, la scoperta di nuove iscrizioni che consentono di identificare con certezza le immagini delle sante (Santa Chiara e Santa Elisabetta d'Ungheria), l'ancoraggio della volta ora in grado di resistere a futuri eventi sismici: sono i punti di eccellenza di un restauro esemplare, quello degli affreschi dipinti da Benozzo Gozzoli nel 1452 nella Chiesa di San Francesco a Montefalco, danneggiati dal terremoto del '97, e che sono inaugurati ieri dal Ministro dei Beni Culturali Giovanna Melandri. Il restauro, diretto da Francesca Cristofori, costato 1 miliardo (e che ha visto anche l'intervento del gruppo L'Editoriale L'Espresso, per 500 milioni), ha permesso un recupero quasi totale del ciclo delle Storie di San Francesco, a rischio anche per l'incuria e restauri sbagliati. "I restauri ottocenteschi - ha detto il ministro Melandri - non prestavano giustizia alla bellezza dell'opera. Con questo restauro esemplare, la mano di Benozzo è stata liberata dalle grossolane ridipinture del secolo scorso". Montefalco, dunque, riacquista un pezzo importante della sua storia e della sua cultura: "un evento che abbiamo felicemente festeggiato - spiega il produttore Marco Caprai - con un brindisi a base di Sagrantino, altro "capolavoro" della cultura, della storia e della tradizione dela cittadina umbra".

La cronaca della vicenda "affreschi di Benozzo Gozzoli" parte dalle scosse di terremoto, che hanno messo in pericolo la volta affrescata dell'ex convento francescano (trasformato in museo nel '90), proprio mentre si stavano celebrando i 500 anni dalla mortte dell'artista (festeggiamenti poi interrotti dal disastro e che sono ripresi in occasione dell'ultimazione del restauro). "Subito dopo le prime scosse - spiega il sindaco di Montefalco Valentino Valentini - è stato allestito d'urgenza un ponteggio per la messa in sicurezza dell'abside, perchè cominciavano a staccarsi pezzi di intonaco. Si è trattato di un puntellamento di pronto intervento, ma molto complesso, che ha richiesto l'appoggio anche nel locale sottostante all'abside. I danni alla volta erano i più rilevanti, ha proseguito, dal momento che alcuni costoloni erano scesi o si erano deformati e lesionati, con un imminente pericolo di crollo. Si è quindi proceduto all'analisi degli affreschi, il cui stato era compromesso anche da infiltrazioni di umidità e dai precedenti restauri. Con l'opera di rimozione delle ridipinture ottocentesche sono venuti alla luce 16 metri quadrati di pittura originaria, per lo più fondi delle vele con le nubi, di partiti decorativi, dei cieli nei paesaggi, di iscrizioni. Come quelle che identificano le sante Elisabetta di Ungheria, trasformata in Rosa da Viterbo, e Santa Chiara da Montefalco, divenuta nell'800 Santa Caterina da Siena. Inoltre, il rafforzamento della volta con strutture in acciaio, garantirà in futuro la sicurezza dell'edificio. Per l'inaugurazione del restauro, il 31 ottobre, Uto Ughi ha eseguito con i "Filarmonici di Roma" un concerto con la musica delle "Quattro Stagioni" di Vivaldi, esaltante cavallo di battaglia di Ughi. "Una scelta - dicono gli organizzatori - che si intona alla ridondanza d'arte e bellezze di Montefalco: le musiche saranno il suggello ideale per le opere di Gozzoli, con la loro carica di stupefacente amore per il Creato".

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