Faìve è la fiammella, piccola e scintillante - in dialetto veneziano - che si libera nell'aria da un grande falò. Vuole essere luce e leggerezza. Questa è stata l'ispirazione per Primo Franco che voleva dar vita a uno spumante rosé sui generis. La famosa cantina di Valdobbiadene non possiede uve rosse e la nascita di Faìve è stata resa possibile da una collaborazione con l'azienda friulana Brandolina Vistorta. Forzando un po' la mano a un disciplinare che forse un giorno potrebbe ampliarsi, potremmo parlare qui di un "prosecco rosé" - categoria di vino che non esiste, sia chiaro - per le caratteristiche peculiari di questo vino. A cominciare dalla presa di spuma in autoclave, dal perlage delicato ma persistente e dal grado alcolico contenuto. Questo blend di Merlot e Cabernet Sauvignon è un vino da salasso, la cui massa finisce prima in fermentazione in vasche di acciaio e poi in autoclave. Ha le caratteristiche di uno spumante, perché "sgrassa", è vivace, è una beva disimpegnata, da apripasto o da aperitivo, invitante con il suo bel colore "petalo di rosa". Poi però richiama anche un rosso fermo, per la trama tannica, per il cuore di frutti rossi nettissimo - fragola, ciliegia e ribes - per la vinosità golosa che si avverte in bocca, per la totale assenza di amaro sul finale. Faìve si trasforma così in un vino a tutto pasto, come lo sono talvolta dei divertenti Beaujolais.
(Francesca Ciancio)
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