Paitin è il nome di una proprietà che gli Elia possedevano tra Neive e Castagnole. Questa proprietà era per loro strategica, tanto che vennero soprannominati con tale nome: Paitin. Per questo nel 1796 il Sorì sul Bricco di Neive (ora Cru Serraboella) prese il nome di Sorì ‘d Paitin ovvero il Sorì di proprietà di Paitin. Di qui seguirà una storia che vedrà gli Elia protagonisti delle vicende del Barbaresco. Nel 1938, però, con la morte di Giuseppe Elia, il figlio Alessandro non proseguì sulla strada del padre. Ci provò Giovanni marito di Elisa Pasquero-Elia, ma purtroppo morì nello stesso anno. Secondo, il figlio di soli 10 anni, nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, con la madre Elisa si trovarono impreparati. Perdute molte delle proprietà, rimasero solo con quella nel Cru di Serraboella. Nel 1948, Secondo inizierà a gestire da solo l’azienda e l’anno dopo arriverà in azienda Maria-Luisa, ristabilendo la fama familiare nel Barbaresco. I figli ed il nipote di Secondo e Maria, Giovanni, Silvano e Luca proseguono oggi questa storia, dai loro storici 18 ettari di vigneto condotti a biologico, da cui si ricavano 90.000 bottiglie. Il Barbaresco Serraboella Sorì Paitin 2018 profuma di piccoli frutti rossi e viola, tocchi di pietra focaia tabacco e sottobosco. Fine il sorso, che non manca di spessore, segnato da tannini incisivi e fruttati, che si congedano in un finale dalla bella nota sapida.
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