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PARLARE DI VINO E CIBO ALLA RADIO CON LEGGEREZZA, PER RENDERE UN MONDO TROPPO SPESSO DISTANTE DALLA GENTE ALLA PORTATA DI TUTTI. ECCO L’ANIMA DI ‘‘DECANTER’’ DI FEDE & TINTO SU RADIO2, LA TRASMISSIONE PIÙ SEGUITA DELL’ENOGASTRONOMIA VIA ETERE ...

Italia
Fede e Tinto

“È iniziato tutto con un colpo di c...”. Parola di Federico Quaranta che, insieme a Tinto (Nicola Prudente) parla così di “Decanter” su Radio2, la trasmissione più seguita sul wine & food, in onda dal lunedì al venerdì alle ore 19.50, “grazie al direttore di Radio2, Mucciante, che ci ha spostato in un orario quasi perfetto: parlare di cibo prima di aver mangiato ha un effetto, dopo un altro, quasi contrario. È come il porno. Uno guarda un film prima di fare l’amore, non dopo”. E non si sa se sia l’edizione n. 8 o n. 9, “non teniamo il conto, ogni volta è come ricominciare da capo, l’enogastronomia è un mondo dove è vero tutto e il contrario di tutto”. Un successo basato sul raccontare le storie, protagonisti e territori del wine & food in maniera leggera ma non stupida, e gli aspetti economici, sociali, e politici che coinvolgono il settore, e senza scendere sul terreno della critica, ma raccontando le cose in maniera positiva. Ma come è nato “Decanter”?

“Tutto è iniziato per fortuna, noi volevamo fare un altro programma, che doveva essere una sorta di talk show allargato ai politici, che si dovevano confrontare con la gente comune, con i problemi di tutti i giorni. I politici un po’ depoliticizzati. Poi lì per un errore si è generato “Decanter”: si doveva chiamare “il fiasco di Radiodue”, ma forse era un po’ troppo autoironico, non è stato capito dal direttore di allora. La formula è stata quella di due che hanno un debito formativo enorme in materia di enogastronomia che devono colmare. Entrano in un mondo così chiuso così stretto, come quello del mondo del vino e del cibo, loro ci entrano dentro e iniziano simpaticamente a fare domande. Il successo è stato quello. Utilizzare un linguaggio semplice, da contraltare al linguaggio complicato del vino e, talvolta, anche del cibo. Il gioco è stato quello di volerci rivolgere a tutti quelli che sono al di fuori del “grande portone dorato” dell’enogastronomia, spesso invalicabile per chi non è già all’interno. Noi ci siamo entrati a piccoli passi facendo parlare un po’ tutti i protagonisti, traducendo, mettendoci un po’ di ironia, un po’ di semplicità, sbagliando a ripetizione. Ma siccome gli spettatori di Decanter si sono rivisti negli errori che facevano Fede e Tinto, si sono ritrovati. Noi eravamo lo specchio delle loro esperienze allora quello ha decretato il successo. Abbiamo scoperto che questo mondo è composto da tutto e il contrario di tutto. Per questo diciamo che siamo sempre alla puntata n. 1”.

Ma come sarà questa stagione di Decanter? “Abbiamo deciso di fare una trasmissione come un magazine: apri la pagina e c’è una notizia, apri un’altra pagina e c’è un’altra notizia, e così via, finchè non trovi il paginone con la notizia più importante e allora la porti avanti un po’ più di tempo. Il movimento dello sfoglio del giornale è la musica. Passi all’argomento successivo legando i due pezzi con un brano musicale. Parliamo di enogastronomia, allargando anche all’ecologia, e bisogna parlare anche un po’ di etica. È un altro di quei passi che bisogna fare nel mondo del vino. Spesso ci mettiamo a parlare di produttori piccoli che fanno 5.000 bottiglie che sono un tesoro per l’Italia, che magari le fanno biologiche e biodinamiche, poi magari vai in cantina e trovi tutto sporco, magari non riescono a pagare gli stipendi. Ci dimentichiamo che invece grandi aziende fanno grandi investimenti e fanno in modo che anche il comparto possa avere un ritorno importante dalla loro attività. Quindi parliamo anche un po’ di etica, parliamo di società, parliamo anche di curiosità. Quest’anno sarà più un mix, un minestrone. Chiaramente non mancherà il vino ogni giorno c’è un riferimento forte al vino, in abbinamento all’argomento affrontato. Per esempio, in una puntata recente abbiamo parlato del junk food, abbiamo scoperto che c’è un’attrazione fisica legata al cibo spazzatura, abbiamo fatto parlare una esperta del nutrizionismo che ci ha spiegato che anche uno strappo alla regola fa bene, perché il cibo è legato alla nostra psiche: siamo quello che mangiamo, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Ma se dobbiamo fare uno strappo alla regola, facciamolo di qualità. Volete mangiare un hamburger con la maionese? Mangiate un hamburger di carne buona con la maionese fatta a mano. Il risultato è lo stesso, ma magari godete di più. Volete le patatine fritte? Usate un olio di qualità e le patate fresche tagliate da voi. Ecco, si può fare uno strappo alla regola basta che sia qualitativamente elevato. Alla fine abbiamo abbinato il vino alle patatine. Abbiamo abbinato il Gragnano il Lambrusco, il Prosecco. Tre vini con le bollicine, diversi tra loro che si abbinano alle salse. Se uno vuole il katchup magari ci beve il Lambrusco, se uno preferisce la maionese magari ci mette un ottimo prosecco. Perchè dobbiamo ancora leggere abbinamenti del tipo: questo è vino è buono con la pernice alla maremmana o con il trodo alla vicentina? Ma chi le mangia quei piatti? Invece quanti mangiano le patatine? Quasi tutti. E quindi l’abbinamento patatine e vino mi sembra un abbinamento vincente anche per il mercato. Quindi torniamo alla leggerezza, ma senza stupidità”.

Parlare di vino e cibo alla radio, però, vuol dire avere a disposizione solo un senso per colpire l’ascoltatore, quello dell’udito, su una materia che è fatta di profumi, gusti e immagini. Cosa vuol dire questo?

“E’ un valore aggiunto non avere l’immagine - spiega Tinto - perché sviluppi più l’immaginazione, come in un libro ognuno si immagina il protagonista a modo suo, un luogo può essere col sole o con la pioggia, un posto affollato o no, quindi si rispetta molto chi è dall’altra parte, chi ascolta. Parlare di Barolo significa immaginarsi le Langhe, il Piemonte, con anche delle facce che a volte invece la televisione svela subito, e alla fine tu come pubblico non aggiungi niente. A mio avviso è il grande potere della radio, di rispettare moltissimo chi ascolta dall’altra parte”.

L’approccio di Decanter è molto positivo, non c’è critica. Può essere un minus o è anche questo un valore aggiunto che diversifica rispetto alla gran parte del panorama?

“Beh, c’è spazio per tutti, noi facciamo infotainment, intratteniamo e poi diamo anche pillole informative e al tempo stesso informiamo con pillole di intrattenimento, le due cose si possono sposare benissimo. C’è posto per tutti perché ci sono altri mezzi e altri personaggi che fanno informazione e critica che lo fanno in modo serio, però a loro interessa l’aspetto più tecnico, più ppunto informativo e divulgativo, quindi i numeri, il mercato, la politica, a noi interessa il mondo enogastronomico dal punto di vista del piacere. Due sono i piaceri della vita, il secondo è mangiare e bere, insomma ...”.

E anche WineNews avrà il suo posto in “Decanter”, nelle puntate del giovedì, con il direttore Alessandro Regoli: “WineNews e Alessandro Regoli hanno molte similitudini con Decanter dice Tinto - entrambi abbiamo iniziato un percorso circa dieci anni fa, ormai, quando su radio e Internet per il wine & food non puntava nessuno, e invece in questi anni hanno svecchiato la comunicazione enogastronomica. Se succede qualcosa lo sai immediatamente attraverso la radio e lo sai immediatamente attraverso Internet, non hai bisogno di stampare tanta carta o di girare un prodotto televisivo, sei in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, quindi siamo doppiamente contenti del supporto di Winenews perché ci sentiamo vicini in questo rinnovamento del mondo della comunicazione. Il che non vuol dire che gli altri sono dietro, ma c’è spazio per tutti, il mondo è bello perché è vario, e soprattutto il mondo del vino ha bisogno di continue novità”.

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