Probabilmente una delle contrade che lascia esprimersi al meglio il Nerello Mascalese, quella da cui è ottenuto questo rosso etneo, situata a 650 metri sul livello del mare e con ceppi di oltre settanta anni di età. La versione 2019, passata per un anno in legno grande, possiede naso sontuoso di piccole bacche nere, macchia mediterranea, incenso, sale affumicato e note ematiche, con un intenso rimando floreale di violetta appassita a fare da cornice. Il sorso sapido e ancora in piena evoluzione ha un bel corpo, tannini affilati e un bel frutto solido, retto da una bella spina acida, lunghissimo il finale dai freschi rimandi di agrumati. Andrea Franchetti, già proprietario della toscana Tenuta di Trinoro, è stato uno dei primi produttori ad arrivare sull’Etna all’inizio del Nuovo Millennio, diventando uno dei più significativi esponenti dell’“Etna Renaissance”. Sua, possiamo dire, la “paternità” della riscoperta delle “Contrade” in termini enoici, cioè quello che oggi in generale si definiscono “Cru”, che formano l’articolatissimo mosaico dei vigneti del vulcano, intuendone l’inestimabile valore. Sul versante nord del Vulcano, a quote tra i 550 e i 1.000 metri sul livello del mare, ha trovato antichi vigneti ad alberello semiabbandonati, tutti tra i 70 e i 100 anni di età, riportandoli a nuova vita in un progetto enologico che oggi conta su 26 ettari per una produzione di 75.000 bottiglie.
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