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DA “CHEESE”, A BRA

Petrini: “basta parlare di qualità senza pagarla e dire che siamo i migliori giocando al ribasso”

Il monito alla politica del fondatore Slow Food, che ha consegnato al Ministro Lollobrigida il “Manifesto per i prati stabili, i pascoli e i pastori”

“La politica ha il dovere di sostenere chi lavora bene. I comportamenti virtuosi devono essere retribuiti in modo equo. Non si può più parlare di qualità senza pagarla, ripetere che siamo i migliori del mondo e giocare invece al ribasso. Il diritto alla qualità spetta a tutti, ma abbiamo il dovere di riconoscere il giusto valore, perché il lavoro che fanno i pastori, in primis, di cura dell’ecosistema e di rivitalizzazione delle zone impropriamente dette marginali, non ha prezzo”. È il monito del fondatore di Slow Food Carlin Petrini, dall’edizione n. 14 di “Cheese”, il più importante evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo, a Bra (fino al 18 settembre), dove la Chiocciola ha lanciato il “Manifesto per i prati stabili, i pascoli e i pastori”, consegnandolo al Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, al presidente delle Regione Piemonte Alberto Cirio e alle altre istituzioni presenti, e al quale hanno già aderito oltre 30 tra enti di ricerca e organizzazioni della società civile italiana.
“Non tutti, nel mondo, hanno avuto la fortuna di aver conosciuto i valori legati al cibo - le parole del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida - noi abbiamo il dovere di spiegarlo e raccontarlo. Feuerbach sosteneva “noi siamo quello che mangiamo”. Da qui deriva l’importanza del benessere dell’animale. La differenza del singolo formaggio, come della singola carne, è data da quello che ha mangiato l’animale e da come è stato curato. Questo evento ha raccontato, fin dall’inizio, l’importanza della qualità del nostro modo di vivere più che del nostro modo di mangiare. Una componente essenziale, una ricchezza da proteggere e valorizzare contro sistemi di etichettatura fuorvianti e, allo stesso tempo, candidando la Cucina Italiana a Patrimonio dell’Unesco”.
“Tutelare i formaggi che nascono dai prati stabili e dai pascoli è una dichiarazione d’amore per il futuro, perché queste produzioni lattiero-casearie possono dare risposte importanti alle questioni ambientali, sociali ed economiche che tutti ci troviamo di fronte”, ha detto la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, in un’edizione di “Cheese” dedicata a “Il sapore dei prati”, come sintetizzato nel claim, perché le qualità organolettiche e nutrizionali del latte - e di conseguenza il sapore e il valore dei caci - dipendono dalle erbe di cui si sono alimentati gli animali. I prati stabili riflettono il perfetto equilibrio tra natura ed esseri umani, tra rispetto dell’ambiente e produzione, sono importanti serbatoi di carbonio, oasi di biodiversità, argini al dissesto idrogeologico, ma stanno scomparendo, in montagna per l’avanzare del bosco e in pianura per la cementificazione e l’agricoltura intensiva. Occorre impegnarsi per la loro tutela. Ma come si fa nel concreto a tutelare i prati stabili? Con la cura. I prati stabili non sono arati, seminati, trattati con la chimica di sintesi, ma non sono neppure selvatici. Non possono essere abbandonati, devono essere gestiti, richiedono attenzione e competenza. Fanno parte di un delicato sistema agro-silvo-pastorale che vede protagonisti uomo e animali e al cui centro ci sono i pastori, che si occupano dei pascoli, della fienagione, che vivono la montagna. Per poterlo fare, hanno bisogno di contare su un reddito sufficiente. “Slow Food si impegna nei prossimi anni a mappare i prati stabili italiani e a fornire ai consumatori gli strumenti per riconoscere i prodotti che ne derivano - ha spiegato Nappini - alle istituzioni chiediamo di rendere accessibili i pascoli ai giovani, migliorando i servizi nelle aree interne, agevolando il loro lavoro”. Intanto al Manifesto ha già aderito il Consorzio di un prodotto-simbolo del made in Italy nel mondo come quello del Parmigiano Reggiano, come ha annunciato il presidente Nicola Bertinelli.
“Cheese” che, realizzato con il supporto della Regione Piemonte e il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Forestale, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Ministero del Turismo, “si conferma un grande evento giusto e buono, perché parla di valori importanti come quelli del rispetto del cibo e dell’ambiente. Ma è anche molto utile, perché ci permette di promuovere il turismo enogastronomico e le aziende del settore lattiero caseario e di difendere i nostri allevatori e produttori piemontesi che ci danno un latte straordinario. Questi sono elementi che fan sì che “Cheese”, sempre di più, sia un evento irrinunciabile per il Piemonte, che diventa in questi giorni la “capitale mondiale” del formaggio”, ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Un appuntamento, ha ribadito il sindaco di Bra, Giovanni Fogliato, che “per la nostra città rappresenta un momento speciale: su molti fronti porta con sé uno sconvolgimento per la vita dei cittadini, ma i braidesi credono fortemente in questo evento e soprattutto nel messaggio che ne sta alla base, come dimostra la grande attenzione della città della Zizzola verso le tematiche ambientali e agricole. Non è un caso che da anni Bra si collochi ai vertici regionali delle città più attente alla raccolta differenziata dei rifiuti”.

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