È sicuramente uno dei primi nomi che vengono in mente quando si parla di Soave e una delle prime realtà produttive a vocazione bianchista del panorama enologico italiano. L’azienda, fondata nei primissimi anni del Novecento, ebbe il suo primo sviluppo fondamentale nel 1966 quando Leonildo Pieropan ampliò il parco vigneti di proprietà e cominciò a produrre vini guardando alle nuove tecnologie e alle esperienze compiute fuori dai confini nazionali. Oggi a condurla, ci sono i figli Andrea e Dario che allevano a biologico 75 ettari a vigneto da cui vengono ricavate 680.000 bottiglie. Si diceva della vocazione bianchista della cantina alla quale, in tempi più recenti, si è affiancata anche la produzione di rossi del veronese. Una nuova sfida arrivata a partire dal Nuovo Millennio, con l’acquisizione, a Cellare d’Illasi, di un appezzamento sul monte Garzon insieme alla realizzazione di una cantina a Tregnago e alla presentazione sugli scaffali delle prime bottiglie di Amarone e Valpolicella nel 2006. L’Amarone Vigna Monte Garzon, ottenuto dall’omonimo vigneto dai suoli argilllo-calcarei, è maturato, a seconda delle annate, tra i 24 e i 30 mesi in barrique e tonneau. La versione 2017 profuma di more e prugna con tocchi mentolati e speziati. In bocca, il sorso possiede contrasto e chiaro-scuri animati da un frutto polposo e una buona dinamica acidica, che ne rendono il finale profondo e continuo.
(fp)
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