Ottenuto dalle uve dei vigneti di proprietà di Treiso (Cascina Il Bricco, San Stefanetto e Bongiovanni) e di San Rocco Seno D’Elvio (Rocche di Massalupo), il Barbaresco di Pio Cesare (che dal 2017 porta il nome di “Pio”, come il suo omonimo Barolo, per dare una maggior riconoscibilità e identità al due etichette di prima uscita) matura in legno grande e barrique per 30 mesi. La versione 2020 profuma di piccoli frutti rossi e prugna, accompagnati da tocchi di cacao e liquirizia su base speziata. In bocca il sorso è deciso e dalla struttura articolata, con tannini fitti e saporiti e finale profondo dai ritorni fruttati e speziati, con nota balsamica conclusiva. Oggi, la cantina con sede ad Alba prosegue nel suo percorso virtuoso tracciato da Pio Boffa attraverso il lavoro del cugino Augusto, di quello del nipote Cesare Benvenuto e di quello della figlia Federica Rosy, che con la stessa determinazione alimentano una tradizione ormai consolidata, partendo da 80 ettari a vigneto ed arrivando ad una produzione complessiva di 450.000 bottiglie. I pilastri, in termini di etichette, sono rappresentati dai Barolo e dai Barbaresco (anche se la gamma comprende vini a base Barbera, Dolcetto, Grignolino, Gavi e Moscato), che ormai si muovono su un confortante e solido spessore qualitativo e sono capaci di espressioni coerenti e centrate del proprio territorio d’appartenenza, spesso toccandone i vertici produttivi.
(fp)
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