Nelle giornate più silenziose si sente la voce del mare. Pian Lazzarino è ancora in Piemonte. Siamo già in zona montana tra boschi e ruscelli. Una vigna ripida svetta a 360 metri d’altezza. È coltivata a cortese. L’hanno reimpiantata 25 anni fa Roberto e Giuseppe Ghio, figlio e padre. Nasce qui il loro Gavi Vigna Pian Lazzarino. Una laurea in filosofia il primo, enologo l’altro. Fa parte di un progetto di recupero di vigneti abbandonati nel Comune di Bosio. Qui la terra è bianca con striature bluastre. La chiamano «tuu dentin», tufo dentato, una roccia bianca che si rompe a blocchetti. Dove passa l’acqua, il ferro si ossida e diventa rosso. «È una terra magra ma l’uva cresce bene seppure non in quantità» spiega Roberto, che è stato in passato presidente del Consorzio del Gavi. È una delle vigne piemontesi più vicino al mare: dista appena 18 km. Non a caso l’azienda Ghio porta nel nome Vigneti Piemontemare per ricordare quell’unicità di vedere dai propri filari la Corsica e le Alpi. Una cantina famigliare tra le più antiche della zona: il primo documento è del 1881. Oggi sono 40 ettari di terra, di cui 15 a vigneto e il resto di biodiversità. È un bel Gavi, sapido e minerale dalle note agrumate. Si può assaggiare all’Osteria stagionale Baita Rio Gorzente, gestita dalla famiglia Ghio, abbinata al collo di gallina ripieno o alla torta di riso di Bosio. Provata con la farinata di ceci de Il Banco di Novi Ligure.
(Fiammetta Mussio)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024