Realtà storica e molto articolata, la Cantina di Soave vede gli albori della sua attività a fine Ottocento, precisamente nel 1898. Oggi, le vigne sono dislocate in diversi areali e in altrettante denominazioni venete di prestigio, con un parco vigneto complessivo che raggiunge i 6.000 ettari di superficie coltivata, per una produzione in termini di bottiglie certamente non trascurabile: siamo su una media di 80.000.000 all’anno, e un conseguente portafoglio etichette assai sviluppato. Le terre e le cantine spaziano dunque dal Garda, alla Valpolicella e naturalmente comprendono il Soave, ma nella produzione aziendale c’è spazio anche per il Lessini e per la produzione ad Indicazione Geografica Tipica. Si tratta dunque di una realtà produttiva non certo dai numeri confidenziali che, tuttavia, ha dimostrato di saper conciliare quantità e qualità, sapendo cogliere anche il ritrovato successo dei vini bianchi, soprattutto nei mercati internazionali. Il Chiaropuro 2018 è un uvaggio a base di Incrocio Manzoni, Müller Thurgau, Garganega e Moscato - sovramaturate in pianta, per 10-15 giorni e poi appassite su graticci - ed affinato in acciaio. Bianco dal sorso immediatamente appagante, ha colore giallo paglierino, con riflessi dorati. Al naso profuma di ananas, albicocca e fiori di tiglio. Al palato, il sorso è tonico e non privo di morbidezza con una leggera nota balsamica che compare sul finale.
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