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RUFFINO, DA PARTE LESA A INDAGATI NELLA MAXI TRUFFA DEL CHIANTI FANTASMA

All’inizio si erano dichiarati parte lesa: nella maxi truffa del Chianti fantasma - in cui vini a basso costo provenienti da Sicilia, Puglia e Abruzzo venivano spacciati per Chianti Classico Docg - l’azienda Ruffino sembrava avere il solo torto di essere tra gli ignari clienti di Piero Conticelli, l’organizzatore della truffa. Invece in seguito la posizione della Ruffino, di proprietà della famiglia bresciana Folonari, si è aggravata. Nelle loro cantine di Pontassieve, in provincia di Firenze, sono stati sequestrati 60 mila ettolitri di vini, e Marco, Luigi e Adolfo Folonari sono stati indagati per frode in commercio. La documentazione ritrovata dimostra infatti che anche l’altro vino acquistato da Ruffino era una miscela che arrivava da diverse regioni d’Italia ed era rivenduta come Chianti Classico. All’inizio i dipendenti dell’azienda si sono difesi dicendo che si trattava di sperimentazioni, poi gli enologi hanno ammesso che nel Chianti prodotto da Ruffino venivano miscelati anche altri vini non previsti dal disciplinare, e che gli amministratori erano al corrente di questa circostanza. L’accusa di frode in commercio non è grave, e si risolve facilmente con un patteggiamento, ma certo la vicenda non fa brillare l’immagine della Ruffino.

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