Il Valpolicella Campocroce 2018 possiede aromi intensi e fragranti che rimandano alla ciliegia, alla fragola e alle spezie. In bocca, il sorso è succoso, volto soprattutto ad un’agilità e fragranza di beva come la tipologia del vino suggerisce, terminando con una bella nota dolce che rimanda ai frutti. Probabilmente uno dei progetti enologici più interessanti offerti dalla Valpolicella negli ultimi anni. Tenute SalvaTerra nascono dall’impegno dei fratelli Furia che, con il sostegno di alcuni partner, hanno avviato un’azienda vitivinicola moderna, ma che non si è dimenticata della storia e della tradizione della zona. Le vigne, a formare un articolato mosaico enoico, sono dislocate in alcuni siti di accertata vocazione e non solo nel veronese. La Tenuta di Prun di Negrar svetta a 500 metri d’altezza, quelle nella valle di Mezzane, Campocroce (34 ettari a vigneto) e Montorio, Villa Giona, dove sorge anche la cantina a Cengia di San Pietro in Cariano, sui colli di Castelrotto, le Tenute di Vescovana e Stanghella nei Colli Euganei. Per il momento sono 80.000 le bottiglie prodotte, tutte dal carattere tendenzialmente raffinato, frutto di scelte chiare e precise per quel che riguarda fermentazioni, maturazioni ed affinamenti, quest’ultimi particolarmente articolati. La gamma delle etichette spazia dagli Amarone ai Valpolicella, classico e superiore, dal Prosecco al Pinot Grigio delle Venezie.
(fp)
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