Ottenute dal Sangiovese dei vigneti “Colti”, “Pianaccio” e “Chiesamonti”, il Chianti Classico Gran Selezione Il Grigio 2019 matura per 24 mesi in legno grande, barrique e tonneau. Profuma di piccoli frutti rossi, viole, fieno e radici di liquirizia, con tocchi affumicati. In bocca, il sorso è articolato e succoso, dalla trama tannica spessa e dal finale ampio e speziato. È qui che è nato, nel 1968, il primo Supertuscan chiantigiano, il Vigorello, che ha letteralmente inventato un nuovo modo di intendere il vino in Toscana. Ma, partire dal 1978 con l’acquisizione da parte del Gruppo Allianz, San Felice ha continuato a scrivere altre pagine significative per la storia del vino toscano. Un programma di reimpianto dei vigneti la mette da subito tra i protagonisti del Gallo Nero, con una valorizzazione del sangiovese che ha fatto scuola per anni, affiancata da una ricerca sui vitigni di antica coltivazione con le Università di Firenze e Pisa. Oggi San Felice, 188 ettari a vigneto per una produzione di 1.200.000 bottiglie, è tra i protagonisti dell’Unità Geografica Aggiuntiva chiantigiana di Castelnuovo Berardenga, con etichette dallo stile coerente con il proprio territorio d’origine e dalla cifra tendenzialmente tradizionale. Un borgo che è anche diventato resort e ristorante di riferimento dell’areale, all’insegna del fine dining firmato Juan Quintero con la supervisione di Enrico Bartolini.
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