Un piccolo borgo posto in cima ad un poggio, a metà strada fra Panzano in Chianti e Greve: questo è Savignola, azienda nata nel 2014 nel casale costruito da una comunità di agricoltori, che vi si stanziò nel 1780. Attorniato da vigneti (sono in tutto 4, quelli in capo a Savignola), produce circa 25000 bottiglie all’anno, coadiuvando l’attività vitivinicola con quella di agriturismo e ristorazione. Il ristorante, come anche questa etichetta e il nome dell’azienda agricola stessa, sono dedicati a Paolina Fabbri, donna all’avanguardia del Novecento, fu una figura di rilievo all’interno del Consorzio del Chianti Classico. Prima enologa a produrre Chianti Classico a Savignola, e prima ad imbottigliare la Riserva in una bordolese, non poteva non dare il nome a a questa etichetta, che nella versione 2021 profuma di ciliegia e viola in caramella, macchia mediterranea e rabarbaro, con un tocco roccioso; decisamente saporito in bocca, di frutti neri e rossi, aderisce succoso al palato, lasciando il finale più leggero e su tonalità floreali. È il risultato di viti vecchie e giovani, esposte a nord-ovest e nord-est, piantate fra i 350 e i 380 metri di altezza, le cui uve hanno fermentato in acciaio e il cui vino ha poi riposato per 14 mesi in botti di legno e infine 2 anni in bottiglia. Oggi è la famiglia Caviezel a produrlo, insieme ad altre 5 etichette, fra cui un rosato e un Sangiovese e Merlot in purezza.
(ns)
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