Ci sono voluti quasi cent’anni per arrivare al primo Barolo Scarpa dalla fondazione dell’azienda, che avvenne nel 1854 per mano del veneziano Antonio Scarpa, trasferitosi qui perché conquistato dal paesaggio, dalla cucina locale e dalla finezza dei vini di Langa. Una storia di tutto rispetto, che l’enologo Mario Pesce ha acquistato e ammodernato nel 1949. I suoi studi appassionati lo hanno portato ad interpretare al meglio la Barbera, contribuendo a creare il prestigio di una vitigno nobile e duraturo, a partire dall’iconica etichetta La Bogliona, nata nel 1970. Ai 25 ettari a corpo unico coltivati da Scarpa a Podere Bricchi, si aggiungono i 5 ettari nel Barolo e Barbaresco. Il nome Tettimorra* è un marchio registrato negli anni Settanta e stava ad indicare il comune di provenienza del Barolo: i tetti di La Morra. La stessa origine è toccata anche al Barbaresco, il TettiNeive*. “Dal 2018 le uve del Tettimorra* provengono dal vigneto di poco più di un ettaro a Roncaglie, ma per le prossime annate in uscita non verrà rivendicato come menzione; a differenza del Monvigliero, la cui prima annata in menzione sarà proprio la 2018”, ci spiega Silvio Trinchero, enologo in capo alla produzione dal 2007. Da Roncaglie, quindi, è nato un vino appuntito, che profuma di uva spina, agrumi rossi, tabacco, spezie dolci e liquirizia: la trama del sorso è larga e distesa, calda ma scorrevole, saporita di fiori e balsami boschivi.
(ns)
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