Strano il destino di Schloss Gobelsburg, associato con la produzione di vino sin dal 1074, rilevato nel tardo XVII secolo dall'abbazia di Zwettl da un precedente proprietario rovinatosi economicamente in un ardito progetto di ristrutturazione. Non meno singolare il cammino di Michael Moosbrugger, winemaker per caso dopo studi di filosofia e musica, appassionatosi al vino quando la morte del padre lo costrinse a lavorare nell'hotel di famiglia. Per tacere del Cru Heiligenstein, anomalia geologica di roccia primordiale spinta verso l'alto dalla pressione del magma, mix di sedimenti cristallini e vulcanici e sabbie eoliche: il nome sta per “Roccia dei Santi”, ma una volta era noto come Hellenstein ovvero “Roccia dell’Inferno”, forse a causa delle torride temperature estive. In questa vigna tra le più rinomate del Kamptal (Valle del fiume Kamp) il Riesling si esprime con una sapida profondità che non sfigura con la vicina Wachau, unita a un’opulenza insolita per questo vitigno. L’annata 2012 (adesso è in commercio il millesimo 2017) è tuttora giovanissima: naso praticamente esplosivo, penetranti sentori salini a innervare riconoscimenti di mango, frutto della passione, lime, e toni balsamici e di fiori bianchi a rinfrescare il tutto. Palato (per ora) leggermente meno espressivo aromaticamente, ma di volume alleggerito dal contrasto acido: ha sapore e una lunga persistenza con ritorno fruttato finale.
(Riccardo Margheri)
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