Ottenuto da una selezione tra le partite dei vari vitigni a bacca bianca che lo compongono - Chardonnay, Pinot Grigio, Sauvignon Blanc e Pinot Bianco provenienti da vecchi vigneti, ormai stabilmente impiegati per la realizzazione della cuvée, di età media tra i 25 e i 40 anni - l’Appius effettua la fermentazione alcolica e quella malolattica in legno (ad eccezione del Sauvignon) affinandosi successivamente in barrique e tonneau. La versione 2021 - ottenuta da un uvaggio caratterizzato dalla predominanza di Chardonnay (73%) e affiancato da Pinot Grigio (12%), Pinot Bianco (10%) e una piccola quota di Sauvignon (5%) - profuma di uva spina, menta e ginepro, con tocchi di fiori di acacia e biancospino. In bocca il sorso è fine e rotondo, con una vena ammandorlata e agrumata che segna anche il finale, cui si aggiungono note di burro d’arachidi. Appius, il cui nome è radice storica e romana del nome Appiano, è nato con l’annata 2010, con l’intento di realizzare, anno dopo anno, un vino capace di rispecchiare il millesimo e di esprimere la sensibilità del suo autore, Hans Terzer. Anche il design della bottiglia e la sua etichetta vengono reinterpretati in ogni edizione, proponendo una vera e propria “wine collection”. L’etichetta della dodicesima edizione di Appius, ideata da LifeCircus, rappresenta il millesimo 2021 con un vortice dorato che ricorda il sinuoso movimento della rotazione del vino nel calice.
(fp)
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