Ottenuto da Cabernet Franc in purezza, l’Arcanum 2016 affina in barrique (per l’80% nuove) per 12 mesi. Figlio di un’ottima annata a queste latitudini, offre profumi di vario timbro, dai frutti di bosco maturi al cedro, dalla resina alla liquirizia, dalle erbe balsamiche al tabacco, dal sottobosco alle spezie. Materico e potente al palato, possiede uno sviluppo succoso e bilanciato, ben giocato tra la fitta articolazione tannica e la fragranza acida, che ne accentua un finale lungo e persistente con ritorni sia fruttati che balsamici. Nei pressi di Castelnuovo Berardenga, “capitale” della sottozona più meridionale della denominazione del Chianti Classico, si trova la Tenuta di Arceno (92 ettari a vigneto per un totale di 250.000 bottiglie), di proprietà americana (Gruppo Kendall-Jackson, che l’ha acquisita nel 1994 tra le prime realtà fuori dalla California) e con guida tecnica bordolese con qualche sfumatura californiana nelle mani di Pierre Seillan - creatore a Sonoma di Verité Winery e prima attivo a Saint-Emilion - e dell’italo-americano Lawrence Cronin. Da qui escono etichette ben centrate e di inappuntabile fattura: dai Sangiovese chiantigiani declinati con stile sobriamente moderno e con l’obbiettivo centrato di non snaturarne personalità e carattere, ai blend e alle purezze di impostazione bordolese, realizzati con altrettanta misura e raffinatezza, come ben dimostra il nostro assaggio.
(are)
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