A due passi da San Gimignano, l’azienda di Simone Santini è ormai una delle realtà produttive più interessanti della denominazione della Vernaccia di San Gimignano. Non solo distinguendosi per il suo impegno nel produrre vini a basso impatto ambientale - la certificazione biologica delle uve è arrivata nel 1995 e quella della vinificazione nel 2001 - ma anche per avere inaugurato un percorso in cui il legame con il proprio territorio è diventato una cifra significativa per le sue etichette. Simone Santini ha piantato il suo primo ettaro a Vernaccia, il vigneto “Vigna ai Sassi”, nel 1986 e nel 1989 ha piantato le sue prime vigne di Sangiovese, con il “Teodoro” - ottenuto da un blend a base di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot uscito per la prima volta con l’annata 1993 - e esordendo sul mercato con la sua Vernaccia dell’annata 1995. Attualmente, l’estensione complessiva dei vigneti di proprietà è di 12 ettari, per una produzione media di 80.000 bottiglie all’anno, che costituiscono un portafoglio etichette formato da 8 referenze (due Vernaccia di San Gimignano, 2 Chianti Colli Senesi e 4 Igt ottenuti da varietà a bacca rossa). La Vernaccia di San Gimignano 2024 profuma di frutta a polpa bianca e fiori ed erbe di campo, con tocchi agrumati e di pietra focaia. In bocca il sorso è sapido e sostanzioso ma allo stesso tempo scorrevole, terminando in un finale ancora su toni fruttati.
(fp)
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