La Tenuta aretina Sette Ponti, 60 ettari a biologico per 250.000 bottiglie di produzione complessiva, rappresenta ormai da un ventennio a questa parte una delle realtà più significative del nuovo corso enologico toscano. Di più. Articolata anche la sua “ramificazione” che vede sotto la stessa proprietà della famiglia Moretti anche la realtà bolgherese Orma (5,50 ettari a vigneto per 50.000 bottiglie di produzione complessiva) e la siciliana Feudo Maccari (60 ettari a vigneto per 280.000 bottiglie di produzione complessiva). Tornando ai vini della “casa madre”, il cui nome rimanda al numero dei ponti sull’Arno che si incontrano tra Firenze e Arezzo, il più famoso dei quali è quello di Buriano immortalato nella Gioconda di Leonardo, si tratta di etichette dal piglio moderno e dall’esecuzione ineccepibile, che stanno nel solco della tradizione produttiva toscana, che ha costituito, almeno fino ad adesso, il segreto del successo commerciale dei rossi toscani. Ne è un bell’esempio l’Oreno, classico taglio bordolese a base di Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, maturato per 18 mesi in barrique. La versione 2018 offre olfatto ampio e duraturo su fresche note erbacee, frutti rossi maturi, sentori balsamici e spezie dolci. In bocca, l’intimo fraseggio tra acidità e frutto rende elegante e fresco il sorso pieno e succoso, che può contare sino in fondo su un vigoroso slancio tannico.
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