Il Brut Rosé 2016 di Tenute Vidi è grazioso: accoglie il naso col profumo di roselline e di fragoline di bosco, con un accenno di crosta di pane, mentre in bocca si dispiega inizialmente dolce, diffondendosi con una buona sapidità a centro sorso e congedandosi appuntito e fresco con un piacevole sapore di pompelmo, che ripulisce dalla vischiosità minerale. Il concetto della bottiglia - dall'etichetta trasparente, che risalta il colore rosato e vivo del vino - si armonizza bene al contenuto. Il viso della donna di profilo, che si intravede oltre il vetro, si ritrova anche sul Brut e sul Pas Dosé, mentre la Riserva Brut de la Cros, se ne discosta, per sottolinearne la particolarità. Sono queste le 4 referenze che produce Tenute Vidi e tutte quante sono il risultato della vinificazione di uve che provengono da 3 territori diversi del Trentino - la Valsugana, la Val d'Adige e la Val di Cembra - distinguendosi fra di loro per vitigni e composizione, esposizione ed altitudine dei vigneti. Il rosato, nello specifico, è l'unico composto da Chardonnay e Pinot Nero (gli altri spumanti sono tutti Blanc de Blanc) che provengono da piante cresciute su terreni di origini diverse e poste ad altitudini che variano fra i 400 e i 600 metri di altitudine. Una ricerca di complessità voluta da Vito Piffer, noto enologo del Trentino che nella sua trentennale esperienza ha voluto aggiungere anche il progetto della famiglia Vidi.
(ns)
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