Per quanto piccolo, l’areale viticolo dell’Etna racchiude molte storie, anche lontane, di famiglie che hanno cognomi e sangue misti. Come per Theresa Eccher, l’azienda di Solicchiata dedicata a una donna, la minuta ma caparbia signora trentina - ancora suddita dell’impero austro-ungarico all’epoca - che faceva vino in Val di Non. La nipote, Daniela Conta, insieme al marito Andrea Panozzo e alle figlie, ha continuato questa tradizione ma a ben altre latitudini (se pur l’idea di montagna ritorna in maniera importante). Eccoli allora scegliere l’Etna per la produzione delle loro bottiglie. In verità il richiamo dell’isola rapisce prima Andrea, giornalista di lungo corso che sceglie la Sicilia per dar vita alla nuova avventura enoica. L’azienda nasce e rimane piccola, una boutique winery di etichette tutte interessanti e che valorizzano al meglio gli autoctoni del vulcano. Altero è il vino che segna anche l’inizio della produzione. Nasce da un vigneto antico a 800 metri di altezza, tutto ad alberello e piede franco. Si parla di vigna pre-fillosserica. Pensato per invecchiare senza dubbio e, a distanza di qualche anno, questo è un rosso che regge davvero bene il tempo, rivelandosi integro al naso e in bocca. Piccoli frutti rossi spiccano su una base grafitica. Il sorso è gustoso perché ancora vivace ma, al contempo, gioca la carta di una trama tannica da grande rosso, distesa e avvolgente.
(Francesca Ciancio)
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