Nasce in Umbria, a Montefalco, un originale “itinerario urbano” del vino che porta alla scoperta di rare ed antiche vigne di Sagrantino, un vitigno impiantato nel Medioevo dai Francescani. Questa importante operazione di recupero dell’antico patrimonio genetico del Sagrantino (tutte le viti storiche della cittadina - la più vecchia ha 150 anni ed è nell’orto del convento di Santa Chiara - sono state censite e classificate anche attraverso le più moderne tecniche di genetica molecolare), organizzata in primis dal Comune di Montefalco, intende legare la cultura del territorio umbro - fatta di civiltà rurale, profonda religiosità e straordinaria espressione artistica - con l’immagine del Sagrantino.
Questo progetto culturale, che vede la supervisione scientifica della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, consente quindi di conservare, moltiplicare e studiare il peculiare patrimonio genetico del Sagrantino (il cui nome sarebbe riconducibile ai “Sacramenti” e, nel Medioevo, per la sua dolcezza, l’uva era coltivata dai Francescani che la utilizzavano nei riti religiosi) e di rimetterlo in coltivazione, creando, in una proprietà comunale dentro le mura di Montefalco, un piccolo vigneto collezione. “Questa nuova conservazione - spiega il professor Leonardo Valenti dell’Università di Milano (Facoltà di Agraria) - consentirà di poter sostituire eventuali viti “cittadine”, che possano venir meno nei prossimi anni, con una pianta dello stesso genotipo e, cosa di maggior interesse, mettere questo patrimonio genetico a disposizione delle aziende produttrici, per un utilizzo, dopo un’attenta valutazione, nella realizzazione di vigneti specializzati”.
Inoltre, sempre secondo gli studi e le analisi dell’Università di Milano (che hanno portato anche ad un’eccezionale selezione dei cloni più adatti alla produzione), questo grande vino rosso da lungo invecchiamento ha un patrimonio organolettico impensabile: “è l’uva - commenta Marco Caprai, produttore di Montefalco e presidente del Centro Agroalimentare dell’Umbria - più ricca di tannini rispetto a qualsiasi altra varietà del mondo. E questo significa certamente grande longevità potenziale nel vino.
Il Sagrantino, però, oltre a potenza e concentrazione, è riuscito anche a conquistare rotondità e morbidezza cremosa dei vini d’alto rango, espressioni e particolarità aromatiche”. Questa idea conferma inoltre la precisa ed importante volontà di legare il vino al suo ambiente di coltivazione ed, in particolare per il Sagrantino, una possibilità ulteriore di consolidare la sua reputazione di grande vitigno a livello internazionale.
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