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ATTUALITÀ

Trimestre anti-inflazione, adesioni in crescita. Ma le imprese sono preoccupate per i costi

Confagricoltura e Federdistribuzione giudicano positivo il tavolo permanente al Ministero delle Imprese, ma per il settore è necessario investire
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Un carrello della spesa (nella immagine di PressFoto su Freepik)

Ormai nei supermercati e nelle farmacie il logo del carrello tricolore, simbolo del trimestre anti-inflazione, è diventato familiare agli italiani. Una iniziativa voluta dal Governo in un periodo dove il potere di acquisto si sta erodendo a causa dell’inflazione che ha messo in difficoltà tante famiglie. L’obiettivo è contenere i prezzi dei beni di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo, a anche i prodotti per l’infanzia e la cura della persona, grazie alla collaborazione dei principali attori della filiera, e quindi del mondo della distribuzione, delle cooperative, delle farmacie, delle parafarmacie, dell’industria, della produzione, dell’artigianato e agricoltura. Ma servirà anche mettere le imprese nelle condizioni di investire e di non dover far pesare eventuali aumenti dei costi (tornano a preoccupare quelli legati all’energia) ai consumatori. Oggi è stato fatto un primo punto della situazione con il tavolo permanente dedicato ai settori della distribuzione, del commercio e dell’industria dei beni di largo consumo, tenutosi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).
Un incontro al quale hanno partecipato 14 associazioni del settore del commercio e della distribuzione e 18 associazioni dei settori industria, agricoltura, artigianato e cooperative. Tra queste anche Confagricoltura che ha accolto in modo positivo l’incontro di oggi ma non nascondendo alcune preoccupazioni per le imprese agricole. “Il trimestre antinflazione - ha detto il vicepresidente Confagricoltura, Sandro Gambuzza - si è dimostrato il primo passo verso un nuovo e più strutturato rapporto tra tutte le componenti del sistema agroalimentare italiano con l’obiettivo prioritario di evitare un’ulteriore contrazione dei consumi, ma sarebbe opportuno avviare anche una discussione su come affrontare uno scenario che si prospetta difficile sul mercato interno e quello internazionale. Il primario è uno dei settori che operano in un contesto di liquidità bassissimo, in cui un maggiore costo rischia di essere un ulteriore appesantimento dal punto di vista del carrello della spesa. In alcune filiere è più semplice proteggere i costi, in altre sarà impossibile”. Gambuzza ha citato anche la questione “credit crunch, con la riduzione della disponibilità dei prestiti che rallenta ulteriormente gli investimenti in un periodo di grande difficoltà per le imprese agricole” e dell’approvvigionamento energetico “fondamentale in termini di garanzie di stabilità e sicurezza per i cittadini, ma soprattutto per le imprese. I primi dati che emergono dal conflitto israelo-palestinese rischiano di compromettere tutto quello che è stato fatto negli ultimi mesi per cercare di limitare l’effetto dell’aumento dell’inflazione”.
Per il presidente Federdistribuzione, Carlo Alberto Buttarelli, il primo tavolo permanente si è rilevato “un momento importante di confronto attraverso il quale individuare interventi che aiutino a creare le condizioni a sostegno dell’efficienza del settore, impegnato a contrastare gli effetti derivanti dagli aumenti dei costi e dall’instabilità dei mercati delle materie prime e dell’energia. Occorre intervenire sui fattori che rischiano di pesare sui bilanci delle imprese, riducendone la loro azione di freno all’aumento dei prezzi a consumo, dimostrata con grande evidenza negli ultimi due anni, con uno sforzo economico straordinario e con grande senso di responsabilità nei confronti delle famiglie italiane. Allo stesso tempo, è fondamentale mettere in condizione le imprese della distribuzione di continuare a investire, come leva di sviluppo di cui può avvantaggiarsi l’intero sistema economico del Paese e, soprattutto, per far fronte alle sfide di un mercato in continua e rapida evoluzione”. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha sottolineato come “a poco più di 15 giorni dall’avvio del Trimestre anti inflazione possiamo dirci soddisfatti per diversi motivi, che ci indicano che abbiamo imboccato la strada giusta nel contrasto al caro vita: dopo la sigla delle 32 associazioni di tutta la filiera, 30.000 negozi tra esercenti, commercianti e punti vendita della grande distribuzione in tutta Italia hanno deciso di aderire al patto, garantendo ai cittadini la possibilità di accedere a un paniere calmierato di prodotti di alta qualità, con importanti brand del Made in Italy e internazionali che hanno deciso di associarsi a questo sforzo comune del Sistema Italia”.

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