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EXPORT

Trump toglie i dazi da carne, banane e caffè: “ma sono altri i beni made in Italy da salvaguardare”

Come vino, olio, pecorino, riso e pasta (su cui gravita l’ipotesi di un innalzamento della tariffa al 107%), sostengono Coldiretti e Filiera Italia
Coldiretti, DAZI, DONALD TRUMP, FILIERA ITALIA, presidente usa, PRODOTTI MADE IN ITALY, USA, Non Solo Vino
Il presidente Usa Donald Trump

Il carovita si sente anche negli Usa, tanto che Donald Trump ha rimosso da alcuni prodotti agroalimentari importati oltreoceano il dazio del 15%. Ma nessuno di quelli che l’Italia esporta significativamente negli States, come denunciano Coldiretti e Filiera Italia, che ritengono necessario salvaguardare, invece, altri prodotti made in Italy, a partire da vino, olio, pecorino, riso e pasta (sulla quale gravita, peraltro, un’ipotesi di innalzamento del dazio al 107% a partire da gennaio 2026). Le tariffe doganali in Usa sono state rimosse, infatti, da beni quali banane, pomodori, tè e caffè, succhi di frutta, cacao, arance, alcuni tagli di bovino (che l’Italia non è ancora autorizzata a esportare negli States), alcuni fertilizzanti, pinoli e frutta esotica: prodotti che non possono essere coltivati negli Stati Uniti, oppure realizzati in quantità largamente inferiori al fabbisogno interno, e i cui prezzi - a causa dei dazi - erano diventati proibitivi sul mercato americano, dicono le associazioni di categoria.
“Come ho avuto modo di ribadire nel recente incontro con il Commissario Ue per il Commercio Maroš Šefčovič - dice il presidente Coldiretti, Ettore Prandini - l’Europa non può rinunciare a tutelare le proprie filiere, e la discussione va riaperta prima che l’impatto dei dazi comprometta in modo pesante e duraturo le nostre imprese in un mercato come quello americano che ci sono voluti anni per consolidarlo”.
Ribadita a tal proposito l’urgenza di evitare l’introduzione del dazio del 107% sulla pasta, “che rappresenterebbe un colpo mortale per uno dei simboli del nostro export negli Usa”, e “che rischia di travolgere uno dei settori più distintivi del made in Italy nel mondo. Degli oltre 4 milioni di tonnellate di pasta che l’Italia produce ogni anno, infatti, il 60% prende la via dell’estero: il solo mercato a stelle e strisce, per i pastai italiani, nel 2024, è valso 671 milioni di euro (è il secondo dopo la Germania, ndr), su un settore che in totale fattura ogni anno 8,7 miliardi di euro”.
Chiesto, inoltre, anche di ottenere la cancellazione dei dazi su vino, olio extravergine e pecorino, oggi tra i prodotti italiani più penalizzati e a rischio di perdere quote rilevanti di mercato. “Non possiamo continuare ad accettare decisioni unilaterali di questo tipo - sostiene Luigi Scordamaglia, ad Filiera Italia - e continueremo a insistere affinché questo primo elenco venga rivisto”. “A queste considerazioni - conclude il segretario generale Coldiretti, Vincenzo Gesmundo - si aggiungono le forti preoccupazioni che si hanno relativamente all’oro depositato a Fort Knox dai Paesi europei tra cui l’Italia. Riteniamo sia necessario riportare l’oro nel nostro Paese”.

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