Umani Ronchi è un po’ l’emblema delle Marche enoiche anche per il suo solido percorso, che l’ha vista nascere come azienda vitivinicola nel 1968 e progressivamente emergere nello scenario enoico non solo regionale. Oggi, possiede un parco vigneto ragguardevole - 240 ettari coltivati a biologico - esprimendo un progetto che ha il volto di una famiglia e dando una risposta convincente a chi si chiede se sia possibile unire numeri non confidenziali - le bottiglie prodotte viaggiano ormai nell’ordine dei 3.450.000 - tipicità e qualità. Con un approccio produttivo solido e costante e una cifra stilistica sobriamente moderna ma mai eccessiva. Merito soprattutto dei Bernetti, dunque, e di uno staff di prim’ordine, affiatato e coinvolto in ogni passaggio. Ma merito anche della natura, traslata in una straordinaria varietà, il Verdicchio e in vigne oggi modello (e che hanno messo radice anche al di là dei confini marchigiani nel 2000, con i vigneti abruzzesi tra Roseto degli Abruzzi e Morro d’Oro e la realizzazione, sempre a Roseto, di una nuova cantina). Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Superiore Vecchie Vigne 2022 possiede aromi che incrociano richiami agrumati, frutti a polpa bianca e cenni di pietra focaia, con tocchi di mandorla fresca e anice a rifinitura. In bocca il sorso è articolato e croccante, dallo sviluppo vivace e dal finale arioso ancora dai toni agrumati e ammandorlati.
(fp)
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