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VINO: LA COOPERAZIONE ITALIANA PRESA AD ESEMPIO A LIVELLO INTERNAZIONALE

Oltre 25 milioni di ettolitri per un giro di affari di 4.500 miliardi (1.350 dall’export), 285.000 viticoltori associati, 620 cantine (con oltre 10.000 dipendenti): sono queste le cifre della cooperazione enologica italiana illustrate, a maggio ’99, dal direttore della cantina trentina La Vis Fausto Peratoner, che ha rappresentato l’Italia della cooperazione alla tavola rotonda internazionale “Le prospettive ed il ruolo della cooperazione del mondo del vino alle soglie del terzo millennio”, a Bordeaux, nel tempio del vino francese.
I massimi rappresentanti della cooperazione vitivinicola internazionale (Francia, Spagna, Italia, Portogallo, Germania, Svizzera, Grecia, Bulgaria, Ungheria, Argentina, Cile e Africa del Sud) hanno confermato di non voler essere considerati “i giardinieri della natura”: la cooperazione rappresenta, infatti, la prima azienda del mondo rurale (con il 75% della produzione mondiale); un settore d’importanza economica notevole che sempre più crede ed investe nel “vino di qualità” e “nel vino come simbolo di qualità di vita”.
Peratoner ha quindi portato l’esperienza del sistema viticolo trentino, ed in particolare la politica delle alleanze produttive e commerciali che rappresentano, da qualche anno, un punto forte della strategia d’alcune aziende cooperative ed in particolare della La Vis. Il mondo della cooperazione del vino ha anche deciso di presentarsi alle prossime sfide del mercato costituendo un gruppo di lavoro e di studio che dovrà collaborare strettamente con l’OIV, una delle massime espressioni dell’enologia internazionale.

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