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IL FUTURO DEL VINO

Dalla vigna alla cantina, dall’accoglienza al marketing, lo “smart wine” è già oggi

Le riflessioni del Premio Gavi 2019 La Buona Italia, che ha premiato cantine “smart” come Frescobaldi, Berlucchi, Antinori e Placido Volpone

Il progresso è quando le nuove tecnologie e l’innovazione migliora la tradizione. E nel vino, siamo già nell’era dello “smart wine”, perchè i produttori più illuminati hanno compresso che adottare le nuove tecnologie digitali in vigna significa produrre il vino in modo più naturale, diminuendo fertilizzanti ed altri sostanze nocive, che introdurre la blockchain vuol dire andare oltre la tracciabilità assicurata della fascette Doc e Docg e firmare un patto di fiducia con il consumatore finale, perché si rendono visibili e condivisibili tutte le tappe della filiera della produzione del vino, dal lavoro in vigna fino allo scaffale, passando da ogni operazione in cantina. E ancora che con gli strumenti digitali si comunica in ottica di micro-marketing, dialogando direttamente con chi sceglie i vini e chi li compra, e rafforzando i valori del proprio brand, attraverso il racconto in prima persona di storie appassionanti, come quelle che può proporre ogni produttore vitivinicolo in Italia.
Argomenti al centro del Premio Gavi La Buona Italia, che oggi nella terra del celebre bianco del Piemonte, ha premiato cantine dalla grande storia, ma pioniere anche della contemporaneità, la Marchesi de’ Frescobaldi, ma anche con riconoscimenti speciali per Smart Wine in Vigna a Guido Berlucchi, per la Smart Wine Blockchain a Cantina Placido Volpone e per Smart Wine nell’Accoglienza alla Marchesi Antinori, e una menzione speciale anche alla nuova Wine Experience di Mondo del Vino, expo multimediale dedicata al vino. Casi eccellenti di come la tecnologia, nella filiera del vino, si può esprimere in ogni fase.

Perchè se gli investimenti in innovazione digitale coinvolgono oggi perlopiù grandi realtà del vino Italiano, il continuo aggiornamento delle tecnologie e la loro sempre maggiore accessibilità permette anche ai produttori di piccole dimensioni di essere in questo modo più competitivi, in cerca di maggiori qualità, sicurezza, tutela nei confronti dei plagi, efficienza e sostenibilità.
“Attraverso la tecnologia stiamo recuperando un’antica tradizione: proprio come una volta, oggi, con l’utilizzo dei droni, del sistema Gps e della block chain, siamo tornati a conoscere nel dettaglio i nostri vigneti”, ha sottolineato a WineNews Leonardo Valenti, docente di viticoltura all’Università di Milano.
“La blockchain sta diventando uno standard fondamentale per la trasparenza e la tracciabilità delle aziende italiane. Crediamo che per il vino sia una tecnologia che possa garantire un nuovo standard di comunicazione - ha aggiunto Giuseppe Perrone di Ernst & Young, la società leader nei servizi e nelle consulenze tra tracciabilità ed e-commerce - attraverso cui raccontare la propria storia ed i propri valori. Inoltre, permette di digitalizzare i processi, rendere più efficienti le relazione ed automatizzare alcune dinamiche come quelle contrattuali, le fatturazioni, i trasporti, che la blockchain, unendo tutto in modo trasparente, interconnesso, digitale e pubblico può crear del valore aggiunto”.
Una evoluzione produttiva, comunicativa e anche commerciale, dunque, che il vino italiano sta affrontando, con alcune aziende all’avanguardia, come testimonia il Premio Gavi, arrivato dopo la mappatura di quasi 100 aziende vinicole in Italia e la valutazione delle soluzioni smart introdotte da ciascuna in vigna, in cantina, nella distribuzione e nella comunicazione, esaminate dal “Comitato di indirizzo”, costituito da Laura La Posta del “Sole 24ore”, Giulio Somma direttore del Corriere Vinicolo, Marco Gualtieri di Seed&Chips, Francesco Moneta di The Round Table e Laboratorio Gavi e dalle redazioni di Wine News e del Corriere Vinicolo, che hanno esaminato l’Italia dal Piemonte alla Puglia per individuare le migliori pratiche “smart”.

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