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DAZI, LEVATA DI SCUDI IN USA

Usa, anche l’editore di Wine Spectator, Marvin R. Shanken, si schiera contro i dazi sul vino

Evitare le tariffe del 100% sul vino europeo sarà la sfida del 2020. Dopo Sotheby’s e Zachy’s anche Suckling sostiene la petizione
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Contro i dazi sul vino anche l’editore di Wine Spectator, Marvin R. Shanken

Disinnescare la bomba ad orologeria dei dazi, minacciati dall’amministrazione Trump e già nella short list del Dipartimento del Commercio Usa, è la grande sfida del 2020. Una spada di Damocle che incombe su tutto il vino europeo, che rischia di vedersi imporre una tassazione del 100% su ogni bottiglia esportata dall’Unione Europea, con effetti devastanti per un comparto che, nel 2018, ha spedito vino oltreoceano per 3,8 miliardi di euro, con l’Italia che, nei soli primi 8 mesi 2019, ha sfiorato 1 miliardo di euro (dati Istat elaborati da Federvini). E se nel Vecchio Continente si spera che tutto vada per il meglio, e quindi in una retromarcia di Washington (che, intanto, nelle scorse settimane ha ricucito lo strappo, ben più profondo, con la Cina), negli Stati Uniti il fronte di chi si schiera apertamente contro i dazi si fa sempre più nutrito.
Dopo Sotheby’s e Zachy’s (come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, qui e qui), che hanno appoggiato ufficialmente la petizione contro i dazi, nei giorni scorsi è arrivata la netta presa di posizione di James Suckling, tra i wine writer più influenti al mondo, attraverso l’editoriale “Leave wine out of the trade wars” (“Lasciate il vino fuori dalla guerra commerciale”, ndr) comparso sul suo sito (https://www.jamessuckling.com).
Una linea sposata anche da Marvin R. Shanken, editor e publisher di “Wine Spectator”, che, ieri, ha spiegato il proprio punto di vista nell’articolo “The New War Against Wine”, in cui sottolinea come “la più grande minaccia per il business del vino oggi è l’aumento dei dazi sui vini importati.
Come molti di voi sanno, il primo aumento dei dazi è già entrato in vigore: a partire dalla fine di ottobre, è stato aggiunto il 25% al costo che gli importatori pagano per la maggior parte dei vini e degli alcolici importati da molti produttori europei. Questi dazi - ricorda Shanken - potrebbero avere un effetto agghiacciante sulle vendite di vino europeo nei prossimi mesi. E se questo non è già abbastanza grave, il governo degli Stati Uniti sta pensando di aumentare i dazi al 100% su una lista ancora più ampia di prodotti dell’Unione Europea, inclusi tutti i vini”. Una minaccia che nella pratica si traduce in un “impatto devastante” per una filiera che parte dagli importatori e coinvolge distributori e rivenditori di vini importati, che verrebbero colpiti duramente da una disputa (quella, sempre più sullo sfondo e sempre più sfumata, tra Boeing e Airbus) che nulla ha a che fare con il vino. “Il vino è una parte della nostra cultura radicata ed economicamente importante. Il business del vino è una rete globale che include piccoli produttori, contadini, ristoratori ed altre imprese, sia piccole che big internazionali. Queste persone sono vittime innocenti della guerra commerciale, e meritano il nostro supporto”, conclude Marvin R. Shanken.

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