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GUIDE E RISTORAZIONE

“Les Grandes Tables du Monde”, nella guida 2020 entrano Il Pagliaccio e L’Olivo

Due bistellati Michelin che portano a 24 le grandi firme della cucina italiana nella guida dell’associazione di ristoranti top del mondo

La ristorazione nel mondo cresce, per importanza e qualità. A raccontarlo, a suo modo, l’edizione 2020 della guida de “Les Grandes Tables du Monde, l’associazione che riunisce oltre 200 tra i ristoranti più prestigiosi del mondo, che conta 13 new entry, di cui due dall’Italia, ovvero il Ristorante Il Pagliaccio di Roma, con ai fornelli lo chef Antony Genovese, e L’Olivo ad Anacapri, con la cucina di Andrea Migliaccio, entrambi due stelle Michelin. Due novità, presentate ieri a Parigi, che si aggiungono al già prestigioso pool di grandi ristoranti italiani, a partire dai 10 tristellati italiani, Da Vittorio dei fratelli Cerea, Dal Pescatore della famiglia Santini, Enoteca Pinchorri di Giorgio Pinchiorri e Annie Feolde, il Piazza Duomo di Enrico Crippa e della famiglia Ceretto, l’Osteria Francescana di Massimo Bottura, Uliassi di Mauro Uliassi, il Reale di Niko Romito (che ha visto anche Cristiana Romito premiata come miglior direttore di sala, ndr), La Pergola di Heinz Beck, il St. Hubertus dell’Hotel Rosa Alpina di Norbert Niederkofler e Le Calandre dei fratelli Alajmo, presenti in guida anche con lo stellato Quadri di Venezia. E, ancora, tanti bistellati: dall’Antica Corona Reale di Gian Piero Vivalda a Casa Perbellini di Giancarlo Perbellini, dal Daní Maison di Nino di Costanzo al Don Alfonso 1890 della famiglia Iaccarino, da Il Luogo di Aimo e Nadia con gli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani, a La Torre del Saracino di Gennarino Esposito, dal Duomo di Ciccio Sultano alla Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni, dal Seta di Antonio Guida al Villa Feltrinelli di Stefano Baiocco, al Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo.

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