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PROVE DI RIPRESA

Il decreto Sostegni bis è realtà: i ristoranti respirano ma per la ripartenza “serve riaprire tutto”

Roberto Calugi, direttore Fipe/Confcommercio: “nessun ristoro sarà mai in grado di compensare le ingenti perdite subite dalle imprese”
FIPE, RIAPERTURE, RISTORAZIONE, SOSTEGNI BIS, Non Solo Vino
Ristoranti, buone notizie dal "Sostegni Bis", ma serve la riapertura totale

Una boccata di ossigeno per il settore della ristorazione, tra i più colpiti in assoluto dagli effetti della pandemia. Il Decreto Sostegni bis, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e quindi pienamente operativo, è un aiuto importante alle imprese, un segnale positivo anche in vista della piena ripresa delle attività. In dettaglio, ha spiegato l’Ufficio Studi di Fipe/Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici Esercizi, questo nuovo provvedimento integrativo, il settimo dall’inizio della pandemia, consentirà agli imprenditori di coprire una quota dei ricavi perduti nel corso degli ultimi 14 mesi, in una forbice che va dal 17 al 26%.
Fipe/Confcommercio ha anche effettuato alcune simulazioni sulla base del nuovo provvedimento: ad esempio un ristorante che nel 2019 ha fatturato 443.000 euro e l’anno successivo 309.000 euro, ovvero il 30,2% in meno, calcolato su base mensile, riceverà un contributo di 5.600 che si andrà ad aggiungere ai 29.000 euro dei precedenti ristori per una copertura delle perdite del 25,7%. Ma nel caso in cui la soglia della perdita mensile del 30% non dovesse essere raggiunta anche per pochi euro i 5.600 euro sfumano come è già capitato con il Dl sostegni e pertanto i ristori complessivi scenderanno da 34.000 euro a 23.000 euro, il 17,6% del totale fatturato perso.
Discorso simile per i bar. Secondo le simulazioni dell’Ufficio Studi di Fipe/Confcommercio, un locale che nel 2019 ha fatturato 286.000 euro, mentre l’anno successivo 200.000 euro, riceverà da quest’ultimo decreto 3.600 euro che porteranno i ristori complessivi a poco più di 22.000 euro, pari al 25,8% delle perdite. Anche in questo caso, se le perdite calcolate su base mensile dovessero essere di poco inferiori al 30%, i ristori complessivi si ridurranno di 7.000 euro circa arrivando a coprire solo il 17,7% delle perdite complessive. La novità è stata accolta con soddisfazione. “Con questo decreto il Governo ha recepito diverse nostre richieste degli ultimi mesi - sottolinea il dg Fipe/Confcommercio, Roberto Calugi - e di questo prendiamo positivamente atto. In particolare sono da apprezzare il riconoscimento del credito di imposta sui canoni di locazione che, come sanno bene i nostri imprenditori, in condizioni normali pesano per circa il 10% sui fatturati dei Pubblici esercizi, ma ora, a causa del disastro provocato dalle misure di contenimento del Covid-19, incidono per oltre il 30% sui conti delle attività. La stessa decontribuzione alternativa alla cassa integrazione è una misura importante che consentirà alle aziende di ripartire con costi meno onerosi. L’altra novità positiva è la dotazione di 600 milioni di euro per consentire ai comuni di abbattere la Tari 2021 per i locali che sono stati costretti a tenere chiuse le serrande. Ci auguriamo che i sindaci rispettino l’indicazione arrivata nelle scorse settimane da Anci, e dispongano l’esenzione completa dal pagamento per l’anno in corso”.
Un passo importante ma non quello decisivo che avverrà soltanto quando la piena normalità verrà ristabilita. “È evidente - conclude Calugi - che dalla crisi si esce solo con la piena riapertura delle attività perché nessun ristoro sarà mai in grado di compensare le ingenti perdite subite dalle imprese. Inoltre una particolare preoccupazione va verso la tenuta di quei comparti, come ad esempio le discoteche, chiuse di fatto da inizio pandemia e senza ancora una data certa per una pur graduale riapertura”
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