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EDITORIALE

Il rimbalzo è arrivato

Il Consorzio Barbara d’Asti e Vini del Monferrato è nato nel 1946 ed è una delle realtà consortili più importanti del Piemonte, “vegliando” su un articolato sistema di denominazioni: 4 Docg (Barbera d’Asti, Nizza, Ruché di Castagnole Monferrato e Terre Alfieri) e 9 Doc (Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato e Piemonte). Un sistema che è anche l’espressione, in termini numerici, di uno degli areali dal peso specifico più ingente nel Piemonte enoico, con oltre 66 milioni di bottiglie e più di 11-000 ettari vitati, pari a circa il 30% della superficie a Doc e Docg della Regione. Un vasto panorama di vini, dunque, che sono tornati ad occupare un significativo spazio, dopo il momento interlocutorio causato dall’epidemia Covid-19. Ecco allora, che l’imbottigliato complessivo delle 13 denominazioni tutelate dal Consorzio registra un incremento del 5% (al 31 maggio 2021), la percentuale più alta degli ultimi quattro anni. Un segnale, fa sapere il Consorzio con sede a Costigliole d’Asti, che scongiura qualsiasi pericolo di crisi strutturale, sottolineando la solidità di un’area organizzata che ha retto bene all’urto della crisi globale, dimostrando che le scelte operate hanno prodotto effetti positivi anche in uno scenario del tutto imprevedibile. Bene le Docg, con la Barbera d’Asti a + 1,4%, il Ruché di Castagnole Monferrato a + 5,7%, il Nizza a + 32,5% e il Terre Alfieri in grande recupero con + 38,2 %. Non arresta la crescita nemmeno il Piemonte Doc, con + 8,1%, e spicca la complementare riduzione totale delle giacenze, con una decrescita pari a – 44.981 hl.

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