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ENOTURISMO

Da Zenato a Pieropan, da Monte Del Fra e non solo: il meglio di “Best of Wine Tourism”

Anche Tomasotti, Brunelli, Villa Calicantus, Pagus Wine Tours premiati da “ Great Wine Capitals”, rete di cui fa parte, unica città italiana, Verona

A Zenato il Premio Arte e Cultura, per aver sviluppato la Zenato Academy, progetto che coinvolge giovani artisti con un laboratorio; a Pieropan il Premio per Architettura e Paesaggio, per aver realizzato una cantina che coniuga le più avanzate strutture tecnologiche e architettoniche in armonia con la natura e nel rispetto del paesaggio delle colline del Soave; a Monte del Fra il Premio per le Esperienze Innovative, per aver sviluppato un ricco ventaglio di proposte all’insegna dello sport, della natura e della convivialità, offrendo all’enoturista l’opportunità di scoprire la cantina e il territorio di Custoza. Ancora, a I Tamasotti, Premio per la Ristorazione, per aver saputo abbinare alla produzione di vini di qualità una ristorazione di pari livello, con l’utilizzo dei prodotti del territorio e una cucina genuina e curata in ogni dettaglio. A Brunelli il Premio per la Ricettività, per aver realizzato una struttura accogliente, dove il vino è protagonista e accompagna l’ospite nell’atmosfera semplice ed elegante del wine relais. A Villa Calicantus, Premio per le Pratiche Sostenibili, per aver improntato l’attività produttiva ed enoturistica sull’equilibrio e il rispetto del terroir, a Pagus Wine Tours, Premio per i Servizi al Turismo del Vino, per aver realizzato attraverso un’attenta selezione dei percorsi, delle esperienze e delle degustazioni proposte, un’offerta che adatta l’accoglienza nei territori del vino ad un turista sempre più informato e esigente. Sono le 7 aziende venete che si sono aggiudicate il premio “Best of Wine Tourism”, l’oscar dell’enoturismo, assegnato a Verona, unica città italiana nella rete internazionale Great Wine Capitals (Gwc).
Prima provincia esportatrice di vino, quarta provincia per il turismo straniero e quinta per quello italiano, una variegata presenza di vini Doc e Docg, ben 19, Verona ha presentato la mappa dell’offerta eno e oleturistica del territorio. Continua così l’attività di sviluppo territoriale che vede Verona unica città italiana, grazie alla Camera di Commercio che la rappresenta, ad essere presente nella rete delle Grandi Capitali del Vino assieme a Adelaide (South Australia), Bilbao e Rioja (Spagna), Bordeaux (Francia), Losanna (Svizzera), Mainz (Germania), Mendoza (Argentina), Porto (Portogallo), San Francisco - Napa Valley (Usa), Valparaìso - Casablanca Valley (Cile) e Capetown (Sudafrica).
“Verona è una delle 11 capitali mondiali del vino, - spiega il vicepresidente della Camera di Commercio di Verona, Paolo Tosi - un’alleanza fra luoghi dove il vino è cultura, economia e accoglienza. L’enoturismo si sta diversificando: è un esempio perfetto di sistema dove alla base c'è l’impresa che racconta al turista il territorio attraverso le produzioni agroalimentari, dove gusto, storia e bellezza si fondono in un’unica espressione. Il nostro compito é di farla conoscere e di promuoverla”.
Le 7 aziende premiate concorreranno a novembre alla selezione internazionale, in gara con le imprese scelte nelle altre capitali del vino, per il Global Best of Wine Tourism (che nelle scorse edizioni ha visto primeggiare, in più categorie, realtà come Albino Armani Viticoltori dal 1607, Villa Quaranta della famiglia Tommasi, Masi Agricola, Zeni 1870 e Zymé, ndr). Inoltre saranno promosse a livello internazionale dalle rete Gwc e assieme agli altri partecipanti del Veneto raccolte in una guida che è in distribuzione in allegato al mensile Dove, in edicola a ottobre. Nella guida sono presenti anche 15 realtà dell’oleoturismo veronese: l’olivo, infatti, al pari della vite, è protagonista della geografia del paesaggio, prima di esserlo anche a tavola. Oggi è forte l’interesse di chi viaggia, oltre al consumo dei prodotti tipici, a ricercare esperienze in grado di farne conoscere le origini, i metodi di produzione, il territorio, le vicende storiche, artistiche e sociali. I dati indicano un forte interesse da parte dei turisti italiani: il 69% desidera prendere parte a un’esperienza in un’azienda olivicola: un mercato ampio, ma ancora da soddisfare con un’offerta più strutturata se consideriamo che solo il 37% vi ha effettivamente partecipato. L’oleoturismo ha quindi un grande potenziale, soprattutto se consideriamo le sinergie possibili con l’enoturismo e il turismo enogastronomico.

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