Dopo la fermentazione in acciaio e l’inverno passato in cemento, il Nebbiolo dalla Menzione Ornato matura in botti grandi di rovere francese per due anni, cui si aggiunge un anno di affinamento in bottiglia. Dalla vendemmia 2021 ne esce un Barolo profumato di ciliegia e vaniglia, con guizzi vivaci di piccoli frutti di bosco e la freschezza delle erbe aromatiche spontanee; il sorso è chiaro ma pieno, ha aderenza decisa ma polposa e matericità sapida, e chiude su note fruttate di arancia amara e, nuovamente, ciliegia. Al Barolo Ornato è dedicato un ettaro di vigna esposta a sud, ad un’altezza che tocca quasi i 400 metri. Come tutti i vini di Palladino, proviene da Serralunga d’Alba, il comune della denominazione dalla forma allungata, che la delimita da nord a sud sul lato orientale. Qui i terreni sono i più antichi della Docg, dal punto di vista geologico: sono ricchi di argilla e calcare e totalmente assenti di sabbia. Vi nascono tendenzialmente quindi vini più potenti e dai tannini più rigorosi. A fianco all’Ornato ci sono la Riserva San Bernardo, il Parafada e infine il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba. Ma ci sono anche Il Nebbiolo, la Barbera e il Dolcetto d’Alba, il Roero Arneis, il Gavi del Comune di Gavi, il Moscato d’Asti e, infine, il Barolo Chinato. In tutto 180.000 bottiglie in media, risultato di 11 ettari di proprietà e di 50 anni di percorso, iniziato nel 1974 con Piero e Maurlio Palladino.
(ns)
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